In fiamme la casa di coach Maraner

In ospedale la suocera: aveva acceso il fuoco e si è ustionata. Non è grave


Giuliano Lott


ROVERETO. Voleva accendere la stufa a pellets nell'appartamento del genero, l'allenatore Christian Maraner, ma la "diavolina" le è caduta accesa sul tappeto. Il tessuto sintetico è divampato in una frazione di secondo, una fiammata l'ha investita. Elena Mittempergher, 68 anni, è stata ricoverata in ospedale con ustioni di primo e secondo grado, ma se la caverà. L'appartamento, al secondo piano della villetta al civico 18/F via Zigherane è stato invece devastato dall'incendio.

Di sano non è rimasto nulla, malgrado il rapido intervento dei pompieri. Erano le 15.30 e la signora Mittempergher si trovava da sola in casa del genero. Christian Maraner, ex allenatore del Mezzocorona e oggi allenatore in seconda del Varese, era al lavoro in Lombardia, mentre la moglie Morena Todeschi, era impegnata in un corso.

La suocera di Maraner intendeva accendere la stufa ed ha acceso dei cubetti di "diavolina" ponendoli nella camera di combistione. Ma è inciampata e uno dei cubetti incendiati è caduto sul tappeto, che per somma sfortuna era di infiammabilissimo tessuto sintetico. Il tappeto è divampato subito, con una fiammata che ha investito la donna, provocandole ustioni al viso, al collo e alle braccia. La signora, terrorizzata, è fuggita in giardino, mentre il fuoco si è propagato nel salotto e da qui alle altre stanze.

La donna è stata soccorsa dall'ambulanza di Trentino emergenza, che l'ha portata al pronto soccorso, dove le hanno diagnosticato ustioni di primo e secondo grado al volto, al collo e alle mani, giudicate guaribili in dieci giorni. Poca cosa, in fin dei conti rispetto al rischio concreto di ardere viva. In casa, invece, ciò che non hanno distrutto le fiamme, è stato danneggiato dalla fuliggine o, peggio ancora, dal calore: i serramenti esterni, di ultima generazione, pressochè stagni, hanno trattenuto il calore trasformando l'appartamento dei coniugi Maraner in un forno.

La televisione, come altre suppellettili in plastica, si è sciolta come neve al sole. Presto dall'appartamento si è levato un pennacchio di fumo nerissimo, visibile anche da lontano. I vicini, notandolo, hanno subito avvisato i pompieri. Oltre alla squadra del presidio roveretano dei vigili del fuoco permanenti, sono arrivate anche le squadre dei volontari di Rovereto e i colleghi di Mori a dare man forte. Con l'autoscala, i pompieri hanno raggiunto il terrazzo di casa Maraner, dove aveva preso fuoco persino il tendone esterno. Entrati in casa con tute ignifughe, maschere e respiratori, i vigili del fuoco si sono trovati in un inferno.

Le fiamme erano dovunque e appena aperte le porte-finestre del terrazzo hanno persino guadagnato vigore, alimentate dall'aria. Ci sono volute un paio d'ore per avere ragione del furibondo incendio, mentre il padrone di casa, avvisato dell'acccaduto mentre allenava a Varese, è salito in auto per rientrare al più presto.

Tra i primi ad accorrere, il fratello Andrea. Dopo un'oretta è arrivata anche la moglie, che sconsolata è andata a constatare i danni all'appartamemto. «Che sfortuna, che sfortuna» commentava scuotendo la testa. Alla fine, bonificato ogni focolaio al secondo piano spargendo ettolitri di schiumogeni e acqua, si è iniziato a fare il conto dei danni. Ad una prima stima, ci vorranno non meno di 150 mila euro per rimediare al disastro in casa Maraner.













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