In Consiglio provinciale arriva un cane 

Il caso. Momenti di tensione nella buvette quando l’ex consigliere (ora sindaco di Ruffrè) Donato Seppi si è presentato con l’animale al guinzaglio. Il presidente Paccher non ha gradito e lo ha fatto uscire al grido di «Per favore, un po’ di rispetto»



Trento. I commessi del Consiglio provinciale qualche perplessità l’hanno manifestata. Ma, del resto, Donato Seppi è un ex consigliere e ha pieno diritto di accedere alla buvette: il fatto che il suo accompagnatore fosse un cane non era stato, sulle prime, valutato negativamente. Dunque Seppi, nelle vesti attuali di sindaco di Ruffrè, ieri mattina si è accomodato alla buvette con il suo miglior amico a quattro zampe ed un’altra persona. Sguardi perplessi, qualche prevedibile battuta sulla presenza di un cane in Consiglio, fino a quando non è uscito dall’aula Roberto Paccher, consigliere della Lega che, tuttavia, è anche presidente del consesso regionale. Paccher non credeva ai propri occhi: «Ma per favore Seppi, andiamo, un po’ di rispetto. Non si può entrare qui con un cane » ha tuonato Paccher, spiegandosi con un’evidente gestualità.

Seppi ha ribattuto qualche cosa come «Guarda che è bravissimo...» e poi, senza fare polemiche, si è accomodato nell’anticamera esterna. Un episodio si dirà, da liquidare con una risata in questi tempi che poco inducono a farlo.

Certo ma qualche considerazione va fatta a partire da un recente episodio: una sorta di editto del presidente del Consiglio (provinciale), Walter Kaswalder, colui che avrebbe titolarità su queste riunioni, pretendeva che «i giornalisti non rimanessero troppo a lungo nella buvette, perché si tratta di un luogo dove i politici debbono poter parlare tranquilli con i propri interlocutori».Bene, allora sorge spontaneo andare a dare un’occhiata al regolamento d’aula affisso proprio all’ingresso. Vi si legge che al «piano dell’aula possano accedere consiglieri, parlamentari, ex consiglieri, giornalisti e personale del consiglio e della giunta». Come si vede non ci sono i migliori amici dell’uomo ma sono contemplati i cronisti che seguono i lavori del parlamento dell’Autonomia. Kaswalder è noto per il fatto di non abbandonare mai il proprio scranno in aula. Qualche cosa, dunque, gli sfugge. G.T.













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