il caso

In Comune cala la mannaia: al bando brindisi e rinfreschi

Arriva il regolamento sulle spese di rappresentanza chiesto dalla Corte dei Conti: nel mirino le colazioni di lavoro


di Chiara Bert


TRENTO. «Quest’anno a Natale non ci sarà neanche il brindisi col panettone» è la battuta che gira in questi giorni in Comune. «Ma solo se ci attenessimo a una lettura rigida del nuovo regolamento...», si affretta a rassicurare il sindaco Alessandro Andreatta.

Il regolamento è quello che andrà in aula martedì, e c’è poco di ironico quando si parla di un «Regolamento per la gestione delle spese di rappresentanza» sollecitato dalla Corte dei Conti. Analizzando il bilancio 2012 di Palazzo Thun, i magistrati contabili non hanno per la verità trovato nulla da eccepire. Hanno però incalzato l’amministrazione a dotarsi di un regolamento, strumento più incisivo, trasparente e vincolante della semplice circolare a cui il Comune si atteneva dal 2005. Tre i criteri richiestsi per le spese di rappresentanza: l’ufficialità dell’evento, la congruità rispetto ai valori di mercato e alle finalità della spesa, la sobrietà e la ragionevolezza.

E così gli uffici hanno stilato una serie di fattispecie di ciò che è ammesso e ciò che non è ammesso come spesa di rappresentanza. Il succo? Saranno vietati gli incontri conviviali con brindisi e cibarie per amministratori o dipendenti «nello svolgimento della normale attività lavorativa». Vietate dunque le colazioni di lavoro in occasione di commissioni, consigli, giunte, conferenze di servizi. Così come viene messa al bando la «ristorazione con soggetti politici, sindacali e altri amministratori pubblici privi di carattere di rappresentanza». Tradotto, significa che per aprire un panettone e una bottiglia di spumante a Natale con i dipendenti, bisognerà che il sindaco o il presidente del consiglio comunale paghino di tasca propria. Così come per il rinfresco annuale con i dirigenti. O i panini per spezzare le periodiche sedute extra-large della giunta.

Le colazioni di lavoro saranno ammesse unicamente in occasione di «ricevimenti con rilevanza esterna, conseguenza di un’attività istituzionale»: quindi tavole rotonde, convegni, cerimonie. «Generi di conforto» sono consentiti solo per convegni e visite di rappresentanti di altri Comuni e enti pubblici. «Tutto giusto, noi non abbiamo nulla da temere perché ci siamo sempre attenuti a questi principi», chiarisce il sindaco. «Mai andati al ristorante a spese del Comune, abbiamo sempre pagato di tasca nostra. La sobrietà è una scelta di questa amministrazione che mi sta a cuore anche come stile di vita personale. Qui tutti gli assessori usano la propria auto e nessuno chiede il rimborso chilometrico, per dire. Gli autisti del Comune sono scesi da tre a uno, e quando andrà in pensione non sarà rimpiazzato».

Il regolamento non si occupa naturalmente solo di colazioni e buffet. Sono esclusi dalle spese di rappresentanza anche oblazioni, sussidi e atti di beneficenza. Ammesso invece l’acquisto di decorazioni, medaglie, coppe, libri, diplomi e fiori per premi in occasione di manifestazioni pubbliche di rilievo. Salvi anche gli addobbi di Natale e per le solennità, così come i segni di riconoscimento per i dipendenti che vanno in pensione.

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