In aula solo i professionisti della politica

Esclusi i due seggi dei grillini, la «società civile» esce bocciata dalle urne: tutti hanno una «carriera di partito» alle spalle


di Giuliano Lott


TRENTO. A osservarlo bene, il nuovo consiglio provinciale pare appannaggio quasi esclusivo dei professionisti della politica. Escludendo i due debuttanti assoluti Filippo Degasperi e Manuela Bottamedi del Movimento 5 Stelle - che però ha un proprio elettorato, con dinamiche diverse rispetto a tutti gli altri partiti - tutti gli altri hanno alle spalle una lunga carriera. Da amministratori o all’interno del proprio partito. Prendiamo il Pd: oltre ai riconfermati Alessandro Olivi, Sara Ferrari, Mattia Civico, Luca Zeni e l’ex presidente del consiglio Bruno Dorigatti, completano la squadra due ex assessori comunali (Violetta Plotegher e Lucia Maestri), un ex sindaco (Alessio Manica) e Donata Borgonovo Re (che, pur “emblema” della società civile, ha alle spalle un passato da ex assessore - tecnico - a Trento). Per il Patt, stesso discorso. Al ritorno di Ugo Rossi e Michele Dallapiccola fanno seguito personaggi come Diego “Milordo” Moltrer o Walter Kaswalder, con una lunga storia da amministratori locali (a volte plurigenerazionale, come nel caso di Moltrer), Chiara Avanzo (già sindaco) e altri come lo storico Lorenzo Baratter e Luca Giuliani (ex assessore in Comunità di valle) che da tempo si spedono per il partito. Per l’Upt, parlano i nomi stessi: Tiziano Mellarini (tra l’altro ex sindaco ad Ala) e Mauro Gilmozzi sono assessori provinciali uscenti, mentre Pietro De Godenz (ex assessore a Tesero), Passamani (ex sindaco a Lavis) e Mario Tonina (ex assessore a Lomaso) arrivano tutti da precedenti esperienze amministrative.

Un “vizio da maggioranza”, dunque? Passando all’opposizione, non cambia nulla: per Pt sono stati eletti un ex assessore provinciale (Silvano Grisenti), due ex consiglieri (Walter Viola e Gianfranco Zanon) e Marino Simoni (ex sindaco e presidente del Consorzio dei Comuni). Per Forza Trentino sarà in aula l’ex presidente del consiglio Giacomo Bezzi, per Amministrare il Trentino (una “one-man-band” che però porta da due consigliature un seggio: sempre quello del capolista) c’è il sempiterno Nerio Giovanazzi, ormai alla quinta legislatura. E per la Lega Nord? Abbiamo un ex parlamentare (Maurizio Fugatti) e un ex consigliere comunale (a Rovereto, anche se all’epoca con An) e provinciale (Claudio Civettini). Rodolfo Borga (Civica Trentina) è stato assessore e sindaco a Mezzolombardo prima di approdare in Provincia, dove è già alla seconda legislatura. Alla cosiddetta “società civile” (termine frusto e abusato, ma è quello che la lingua italiana offre per indicare gli estranei alla “casta”) è andata malissimo. Basti pensare a Arrigo Dalfovo, ex presidente delle Acli: ha raccolto pochissimo rispetto alle attese: 1152 striminziti voti, contro gli oltre 2600 di Tonina, l’ultimo degli eletti per l’Upt. Nel Pd l’avvocato Monica Baggia, professionista stimatissima, non è riuscita ad andare oltre le 1872 preferenze, dietro a Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico in aspettativa, e davanti a Piergiorgio Motter, ex presidente della Sat. Non ce l’ha fatta neanche Giuseppe Vergara, cardiologo, primario in pensione e conosciutissimo. Naviga tra gli ultimi i graduatoria nella lista del Pd. Ma anche negli altri partiti i “non pro” della politica stentano, anche quando la notorietà sembrava favorirli. Un esempio paradigmatico è Sonia Leonardi. Ex miss Italia, conduttrice televisiva, madrina di mille manifestazioni, volto arcinoto in tutto il Trentino, spiaggiata a 1700 voti, terza dei non eletti del Patt. Per Donatella Conzatti, commercialista, si era speso Dellai in persona, e lei ha investito molto di suo. Ha fatto meglio di Dalfovo, ma non è bastato.

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