In 10 mesi bruciati al gioco 1,2 miliardi

I dati del ministero da gennaio a ottobre 2012: nel solo Trentino spesi oltre 600 milioni. E spopolano le lotterie on-line


di Giuliano Lott


TRENTO. In dieci mesi i giocatori d’azzardo hanno “bruciato” nel solo Trentino Alto Adige oltre un miliardo di euro: i dati ufficiali dell’Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (Aams) mostrano che da gennaio a ottobre 2012 in regione sono stati spesi per l’esattezza 1.218 milioni di euro. Percentuali e cifre nette sono ripartite in maniera equanime per territorio provinciale: si potrebbe affermare che sia il Trentino che l’Alto Adige hanno già pagato ciascuna un tributo di oltre 600 milioni di euro al gioco d’azzardo.

Ma detta così, alimenta l’idea - del tutto sbagliata - di una spesa indistinta che si riverbera su una collettività con effetti tutto sommato trascurabili. Invece sono cifre da campanello d’allarme, soprattutto se incrociate con altri, preoccupanti dati: l’aumento negli ultimi anni del 30% delle lotterie on-line (che bypassano la diffusione delle tradizionali sale da gioco, più controllate rispetto ai primi videopoker), in cui ognuno gioca da casa propria, dalla consolle del personal computer, e l’incremento di casi di “intossicazione da gioco” nelle fasce “protette”, ovvero minorenni e over 60-65. Sono proprio le fasce di reddito più basse quelle catturate con maggior facilità da quella che dopo essere stata trascurata per anni con faciloneria come un comportamento insensato è stata posta negli ultimi tempi come una vera e propria patologia, riconosciuta dal Ministero della salute, e con gli accenti di un allarme sociale alla luce dei disastri che il gioco compulsivo sta combinando nelle famiglie italiane. Giocano dunque i nonni, capaci di impegnare la pensione intera nel sogno di una supervincita che non arriverà mai, ma giocano anche i nipoti. Le ricerche più recenti sostengono che almeno il 6% degli studenti (fascia che negli ultimi 10 anni è cresciuta del 25% nel popolo dei giocatori) hanno speso nell’ultimo mese oltre 50 euro in giochi d’azzardo, e che spesso il gioco è associato all’uso di stupefacenti. Va anche valutato l’effetto-leva della necessità per i minorenni di reperire il denaro per giocare. C’è chi sgraffigna i soldi dalla borsa della mamma e chi trova altri mezzi, più o meno illeciti, per appagare il bisogno del gioco.

Ogni quattro studenti-giocatori, almeno uno rischia di sviluppare una dipendenza da gioco. Cioè la vera e propria malattia del gioco d’azzardo.

Ma lo stesso rischio lo corrono tre milioni di italiani. Circa 500 mila di essi ammettono di mentire sull’’entità dei soldi spesi dal gioco. Negare è una delle strategie più in voga: quando poi, evidenziati dagli estratti conto, emergono debiti di proporzioni inaudite nel conto corrente, allora i familiari scoprono che il “caso” è serio. Ma è già tardi per intervenire.

In Trentino, la spesa media mensile supera i 60 milioni di euro, e altrettanto fa l’Alto Adige. Dati alla mano, il mese più rilevante è stato il gennaio 2012: 148 milioni spesi in regione tra le varie categorie (dalle lotterie istantanee tipo “gratta & vinci” alle scommesse sportive, dal tradizionale Enalotto alle slot machine). Anche la primavera avanza ad ampie falcate: marzo, aprile e maggio si viaggia oltre i 120 milioni al mese (132, 123, 127), per calare di poco a giugno e poi fino al “minimo” di luglio (“solo” 107 milioni di euro). Da agosto si risale: 109 milioni, 112 a settembre e 120 a ottobre. E il trend è in crescita

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