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Il “tutore” gli dà la droga e lo molesta

Ai domiciliari trentaduenne consulente di Trento: gli era stato affidato un sedicenne con gravi problemi in famiglia


di Paolo Tagliente


TRENTO. Avrebbe dovuto essere un angelo custode. Invece, il trentaduenne trentino che era stato nominato “tutore” di un sedicenne ha utilizzato nel peggiore dei modi la fiducia che la famiglia del ragazzo e le istituzioni avevano riposto in lui: l’uomo è agli arresti domiciliari da lunedì, accusato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e violenza sessuale.

La vicenda ha inizio nel dicembre dello scorso anno, all’interno di una famiglia del capoluogo, lacerata dalle continue tensioni tra il turbolento teen ager e i genitori. Tensioni tanto forti che, alla fine, servizi sociali e Tribunale dei minori, hanno deciso di nominare un tutore per il ragazzino, una persona di fiducia che vegliasse su di lui e lo seguisse dal punto di vista educativo e morale.

Un compito delicatissimo per il quale era stato scelto un trentaduenne trentino, consulente di professione, amico di famiglia che godeva della stima anche di mamma e papà del ragazzino. Una nomina che, proprio perché arrivata su indicazione dei familiari, avrebbe dovuto essere “sicura”. Anche loro, invece, evidentemente non conoscevano bene il trentaduenne. E così, il giovane professionista ha iniziato a “prendersi cura” del sedicenne.

Ma secondo l’accusa, lo ha fatto nel modo più sbagliato. Secondo quanto ricostruito dagli uomini della Squadra mobile, che a metà maggio sono stati contattati dai servizi socioassistenziali, il tutore avrebbe fin da subito garantito al teen ager una vita “sopra le righe” tra cene e pranzi in giro per ristoranti, feste e notti in albergo. Non proprio la condotta ideale per una persona che dovrebbe affiancare un minorenne problematico in un momento delicatissimo della sua vita e aiutarlo a trovare valori e punti di riferimento. Non ideale, senza dubbio molto discutibile, ma comunque legale.

Assai meno legale è quanto hanno appurato gli investigatori della polizia nel corso degli approfondimenti compiuti nell’ultimo mese. Il tutore, infatti, avrebbe ben presto mostrato attenzioni morbose nei confronti del giovane, con abbracci e palpeggiamenti e tentando approcci inequivocabili.

Una situazione che il sedicenne, che viene descritto come ragazzo molto sveglio, avrebbe in un primo momento inquadrato con difficoltà, parlandone poi in famiglia quando ormai gli scopi del tutore era chiari e non lasciavano più spazio a dubbi. E così, i genitori si sono subito rivolti ai servizi socioassistenziali che, a loro volta, hanno preso contatto con la Polizia di Stato. Era la metà del mese scorso e dalle indagini, ai già pesantissimi sospetti, si sono aggiunte nuove accuse.

Agli investigatori il ragazzino ha raccontato degli approcci lascivi del tutore, ma anche rivelato un altro sconcertato particolare: il trentaduenne si sarebbe anche preoccupato di rifornire di hashish il giovanissimo, acquistandola egli stesso, addirittura tre volte alla settimana.

Il primo provvedimento nei confronti dell’uomo è stata l’immediata revoca delle funzioni di tutore e lunedì, su richiesta del sostituto procuratore Rosalia Affinito, il gip Francesco Forlenza ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Ordinanza che che è stata immediatamente resa esecutiva e il trentaduenne, che ora si trova a casa sua ed è assistito dall’avvocato trentino Marco Stefenelli, sarà interrogato domani.













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