Il Trentino impugna la legge di stabilità

La decisione oggi in giunta provinciale. Il governatore Rossi: «Nulla a che fare con la caduta del Governo»



TRENTO. La Provincia autonoma di Trento impugna la Legga di stabilità 2014, come preannunciato nell'incontro di fine gennaio col ministro Graziano Delrio. Lo ha deciso oggi la Giunta e in settimana ci sarà il passaggio di ratifica in Consiglio. «La legge di stabilità impone accantonamenti forzosi in relazione al concorso al risanamento della finanza pubblica in violazione allo Statuto di autonomia - ha spiegato il presidente della Provincia autonoma, Ugo Rossi - e in particolare lo Stato reintroduce le riserve all'erario del 2011 e fissa le disposizioni in materia di revisione della spesa pubblica e della spesa sanitaria».

«Nella parte, pur positiva, relativa alle deleghe - chiude il presidente - la norma dello Stato contiene previsioni che violano i dettato dello Statuto, in particolare dove viene imputato il costo alle riserve all'erario». «Una decisione, quella di impugnare, che nulla ha a che fare con la caduta del Governo - sottolinea Rossi - perchè era noto che la scadenza per il ricorso fosse il 25 febbraio, quindi i tempi sono questi. Speriamo ora di avere in fretta un Governo, perchè la nostra disponibilità a trattare al tavolo che era stato aperto con Delrio resta e con ciò quella di ritirare il ricorso. La nostra proposta resta quella di applicare il meccanismo del residuo fiscale. Vedremo quale sarà il nuovo interlocutore».

Una proposta che allo Stato farebbe risparmiare in sostanza circa 6 miliardi di euro tra Trentino e Alto Adige. perchè, come noto, in genere i ricorsi di Trento e Bolzano vanno appaiati e anche stavolta, a quanto trapela in Trentino, a giorni sarà in partenza anche il ricorso degli altoatesini.













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