«Il ticket non taglia le code ma garantisce equità fra la gente»

L’assessore Ugo Rossi: parità di trattamento fra chi va in ospedale e chi invece si rivolge al Cup per le visite



TRENTO. «La Provincia non ha mai detto che la misura del ticket al pronto soccorso dovesse servire a ridurre il numero degli accessi. E' stata invece pensata per garantire equità e parità di trattamento tra i cittadini che accedono al pronto soccorso e quelli che si rivolgono al Cup». Così Ugo Rossi, assessore alla salute e politiche sociali della Provincia di Trento, replica alle critiche avanzate dalle organizzazioni sindacali e di cui abbiamo dato notizia sul giornale di ieri. «Quello che si vuole - aggiunge l'assessore Rossi - è appunto garantire l'equità nei sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria. A questo puntava la deliberazione approvata proprio un anno fa. La compartecipazione forfettaria alla spesa per le prestazioni specialistiche e diagnostiche è un provvedimento che intende stabilire equità nei meccanismi rispetto al pagamento dei ticket. Fino ad un anno fa gli utenti che prenotavano una prestazione specialistica attraverso il Cup pagavano un ticket, mentre accedendo alla stessa prestazione attraverso il pronto soccorso non erano tenuti a versare alcunché. La misura ha dunque introdotto un ticket forfettario per le prestazioni che non rivestono carattere di urgenze, garantendo così una maggiore equità. Rimane l'auspicio - conclude l'assessore Rossi - che anche con il contributo delle forze sindacali sia possibile ancora più affinare e perfezionare quello che rimane un passaggio importante della sanità trentina. Pensato dalla parte dei cittadini, all'insegna di criteri di equità».

Il dato di partenza era, appunto, quello degli accessi al pronto soccorso del Santa Chiara. Ossia 56 mila accessi nei primi sei mesi dell’anno con la possibilità, quindi, di sfondare quota 10 mila per la fine del 2012. Dei 55.970 pazienti curati a Trento nel primo semestre del 2012, la maggior parte, 37.151, erano codici verdi. I codici bianchi sono stati 12.256, quelli gialli 6.148, quelli rossi 415. Complessivamente gli accessi negli otto pronto soccorso del Trentino sono stati 128.090. Dopo la pubblicazione dei numeri, la risposta dei sindacati non si era fatta attendere. «Il ticket non è servito - ha spiegato Claudia Loro della segreteria della Cgil - a ridurre gli accessi. La gente va al pronto soccorso perché non trova risposte esaurienti altrove. Serve anche in Trentino una vera riforma delle cure primarie per rendere compatibili diritti e risorse».

A stretto giro di posta, la risposta di Rossi che pone l’accento su un altro aspetto e in particolare sull’'equità nei sistemi di compartecipazione alla spesa sanitaria.

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