«Il sito romano non è soltanto questo...»

Il Museo civico pronto ad effettuare ricerche su un’area più vasta con nuove tecnologie. Partendo da un indizio importante


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. La tecnologia svelerà altri misteri racchiusi nel sito di epoca romana venuto alla luce al Navicello. E qualche indizio c’è già: basterebbe scavare per avere la conferma di quanto rivelato da un’immagine con il sensore Mivis del Cnr che evidenzia un tratto di muro ad angolo non più di 200-250 metri a nord della zona già scavata. Una “scoperta” effettuata da Arnaldo Tonelli, conservatore onorario di geologia del Museo civico di Rovereto già nel 1997utilizzando uno scanner volante. «Alla luce dei ritrovamenti ora è più chiaro anche l’indizio che avevamo trovato - afferma entusiasta Franco Finotti, il direttore del museo - Quella struttura individuata molto facilmente risale al periodo romano e potrebbe costituire una continuità con quanto già emerso. Già quello che è stato portato alla luce è un sito straordinario sia dal punto di vista scientifico che per il contesto in cui si inserisce con la presenza del fiume, di un centro produttivo, dell’essicatoio per i cereali, per le strutture belle e ben conservato, per gli oggetti recuperati. Se poi continuando gli scavi si dovessero trovare, come credo, altre strutture, beh, sarebbe una cosa unica un insediamento romano di così grandi proporzioni in riva all’Adige...»

Comunque, in attesa di ulteriori sondaggi e ricerche, il museo civico ha messo a disposizione della Provincia e della Sovrintendenza tutte le sue conoscenze e le sue avanzate tecnologie (dagli strumenti in 3D alla webtv...) per raccogliere tutte le informazioni e i dati possibili. «Noi siamo pronti con le nostre competenze a dare una mano per documentare quanto emerso perché nulla deve andare perduto. E lo facciamo con le moderne tecnologie di cui disponiamo, con le informazioni raccolte da altre ricerche e da altri scavi perché se facciamo un buon lavoro di documentazione - spiega Finotti - possiamo trovare forme miste di valorizzazione rispettose di alri progetti in un circuito che coinvolga il territorio dalla Destra Adige fino a Loppio. Operare in una logica di fare rete per promuovere e valorizzare in termini culturali e turistici il nostro patrimonio. Un’idea e un progetto che condividiamo con il sindaco».

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