«Il sequestro è un attacco alla democrazia» 

Bisesti se la prende con i giudici per i sigilli ai 49 milioni della Lega decisi dal Tribunale di Genova



TRENTO. «Ci svuotano i conti? Rispondiamo con il sostegno di tantissimi cittadini e organizzeremo collette di autofinanziamento. La Lega continuerà pancia a terra la campagna elettorale». Il segretario della Lega trentina Mirko Bisesti ha reagito così all’ordinanza del Tribunale del Riesame di Genova che ha sequestrato 49 milioni di euro della Lega che sarebbero il frutto di rimborsi elettorali gonfiati.

«La decisione del tribunale del Riesame di Genova di accogliere il ricorso della procura sul sequestro dei 49 milioni di euro della Lega non fermerà la forza propulsiva e la volontà di un popolo sovrano di dare un effettivo segno di cambiamento al nostro Trentino», ha scritto ieri Bisesti.

Il segretario se la prende con i giudici: «La decisione è un atto illiberale che va contro qualsiasi principio democratico perché è solamente un pretesto per attaccarci politicamente e indebolirci. Questo è un colpo assestato sulla schiena per farci barcollare, ma non sarà certamente un simile gesto a metterci in crisi anche perché sono semplicemente vicende del passato e i processi alla Storia come affermato dal nostro Segretario Federale non ci affascinano». Il segretario non entra, però, nel merito della vicenda dei rimborsi che sarebbero stati gonfiati e attacca: «I tentativi, da parte di persone che non amano in alcun modo la democrazia e che cercano di sabotarla, sono avvenuti anche a danno della Lega Trentino, infatti l’anno scorso ci hanno svuotato i conti correnti. Nonostante tutto, la forza e le idee prevalgono su qualsiasi forma di tirannia e il risultato del 4 marzo è nelle menti di tutti noi». Ieri poi Bisesti ha trovato anche il tempo per attaccare Daldoss e il centrosinistra: «Il fallimento di Daldoss certifica l'ennesimo spot elettorale del centro sinistra. Sono felice che questa patetica finta litigata del centro-sinistra si sia conclusa con l'emergere della verità, ovvero con l’ufficialità di un accordo che già era stato preso da mesi. Nei fatti un inciucio deciso dall’establishment dei principali esponenti del centrosinistra a danno solamente dei loro elettori. È finito il tempo delle primarie, della democrazia e di tutto quello che loro propinavano solamente 5 anni fa. Perché il centrosinistra non ha proposto delle primarie come nel 2013? Aveva paura che il popolo non si allineasse alle decisioni prese dai capi? Secondo me sì».













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