Il Sait vuole le sue «quote rosa»

La proposta di Dalpalù: «Il 60% dei soci e l'80% dei clienti è donna»


Alessandro Maranesi


TRENTO. Chissà se l'austero don Lorenzo Guetti, fondatore a fine'800 della Cooperazione trentina, si sarebbe mai immaginato di sentir parlare di "quote rosa". Ieri invece Renato Dalpalù, presidente del Sait, ha proposto anche questo all'assemblea dei soci delle Cooperative di consumo trentine: «Il 60% degli associati è donna. Le clienti sono l'80% del totale: diamoci gli strumenti per coinvolgere di più il genere femminile anche nei consigli delle nostre Famiglie cooperative, dove non sempre si fa». E chissà cosa avrebbe pensato don Guetti se gli avessero parlato di estendere la "In-cooperazione" card, dotata di micro-chip d'ordinanza, a tutti i molteplici settori in cui opera la Cooperazione trentina (dalle Casse rurali alle cantine): «L'idea piace molto anche al presidente Schelfi, ora dobbiamo elaborare i contenuti per operare quest'applicazione», afferma Dalpalù. Il quale ritiene anche che debba essere estesa («pur con i dovuti accorgimenti») anche ai negozi Superstore, dove ora non è accettata. Proprio questa tessera sia stato uno degli argomenti discussi ieri, in un'assemblea in cui le citazioni dei guru del marketing e degli economisti sono state un leitmotiv addirittura proiettato su maxischermo. Del resto Dalpalù, commercialista con l'anima (durante la sua lunga relazione si commuove due volte), ha le idee chiare: «Vanno assecondati i clienti, non bisogna farli adeguare a noi. E per questo il megastore di Trento Nord non cannibalizzerà nessuno: dobbiamo essere presenti sul mercato della grande spesa settimanale e continuare a presidiare quello dei negozi di prossimità, valorizzando di più i prodotti del territorio». Frecciatina al presidente della Dao, Odorizzi, che si era espresso in modo opposto. «Altri affermano di distribuire 11 milioni di euro ai soci a fine esercizio, noi lo facciamo durante l'anno». Altra frecciatina alla concorrente Dao. «Con cui dobbiamo sederci ad un tavolo a discutere: il fatto che dei nostri associati siano entrati anche in loro è un'anomalia che però non possiamo disconoscere» afferma la vicepresidente della Cooperazione trentina Marina Mattarei. E proprio sul fronte dei vertici della Cooperazione Dalpalù non ha dubbi: «Non ho alcuna intenzione di candidarmi al dopo Schelfi: viale Innsbruck è lontano da via Segantini e io ci sto benissimo». Forse anche perché rincuorato dal fatto che la vendita di ortaggi (all'ingrosso rappresenta per Sait il 9,8% del fatturato) a differenza che in altre realtà trentine non abbia subito al momento alcun tracollo, ha aggiunto: «C'è stato un piccolo calo nelle vendite, sul 5%, che però riteniamo legato al fatto che la stagione è iniziata in modo freddo e piovoso e questo certo non ci aiuta. Il batterio killer non sta comunque intaccando le nostre vendite».

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