il dramma

Il pm pronto ad aprire l’inchiesta

Tragedia di Campodazzo: troppi punti da chiarire sulla sicurezza della strada



TRENTO. L’inchiesta penale sul tragico incidente di Campodazzo costato la vita alla ventottenne Giulia Valentini e al ventitreenne Alessandro Conti potrebbe essere aperta a breve. Il sostituto procuratore bolzanino Andrea Sacchetti, infatti, vuole approfondire tutti gli aspetti prima di prendere decisioni definitive. Naturalmente si è ancora nella fase degli accertamenti e non risulta nessun indagato. I corpi, però, non hanno ricevuto il nullaosta dell’autorità giudiziaria per la sepoltura e i funerali restano in sospeso. Evidente che le indagini richiedono ancora degli approfondimenti specifici.

Posto che la dinamica dell’incidente ricostruita dai carabinieri di Ortisei non presenta punti controversi l'oggetto degli accertamenti che la procura sta conducendo sono legati proprio alla strada: lo stesso nodo che interesserà anche il filone civile delle indagini. Quel tratto, infatti, da dieci anni è di competenza dell’amministrazione di Fiè allo Sciliar dopo essere stato di proprietà di un consorzio di masi. Bisognerà capire per quale motivo il punto dove la Ford Fiesta aziendale è uscita di strada non fosse protetto da un guardrail. Chiarire, soprattutto, se il proprietario fosse obbligato a predisporre una barriera oppure no.

Tutti gli occhi, dunque, sono rivolti a questa strada secondaria ed elementi decisivi potrebbero essere anche la pendenza e la curvatura del tornante che precede la curva a gomito destrorsa dove si è verificato l’incidente. Non a caso sul lato destro dell’imbocco del ponte il guard rail è presente e pochi metri più in là è in costruzione un nuovo ponte di passaggio.

Potrebbe essere ascoltata anche Elisa Valentinelli, la ragazza sopravvissuta grazie ad una bolla d’aria nell’abitacolo dell’auto che si è schiantata nell’Isarco. Di sicuro la vettura procedeva lentamente e ha scartato subito dopo un lieve tamponamento. Sui corpi potrebbe essere chiesto l’esame tossicologico.

Se per le famiglie dei due giovani la notizia della possibile apertura dell’inchiesta è senz’altro positiva, c’è grande sofferenza a Baselga di Piné e a Cavalese per il dilatarsi dei tempi per la restituzione di Giulia e Alessandro alla pietà dei loro cari e delle comunità di appartenza.

Al circolo “Faida te” della frazione in cui abitava, Giulia Valentini è ricordata come una volontaria impegnata e sulla quale si poteva fare sempre affidamento. Gli amici del circolo porteranno un mazzo di fiori per lei al funerale e stanno pensando di realizzare un suo desiderio: le felpe con il nome del circolo. Sarà anche appesa nella sala del bar la maglietta che usava lei, con il suo nome, come era stato fatto per un altro volontario scomparso, Roberto Moser, detto Beba.

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