L’INCHIESTA

Il patto di ferro tra Di Benedetto e Grassi 

L’ex dg ha depositato le registrazioni fatte di nascosto dei colloqui col presidente Il numero 1: «Bisogna che siamo un tutt’uno: vinciamo, vinciamo insieme»



18/11/2016 Di Benedetto e Grassi parlano della causa di lavoro di Alessandra Gnesetti. Poi i due parlano dell’inchiesta in corso. Di Benedetto chiede a Grassi: quanti sono gli indagati? E poi si risponde da solo: Per quello che ne so io, gli avvisi sono tre. L’ex presidente di lamenta della magistratura e ricorda: “Io mi ricordo con Tangentopoli: l’avviso di garanzia era già una condanna. Di Benedetto tiene a rassicurare Grassi che è dalla sua parte contro la Gnesetti rea di aver scoperchiato il caso. Il presidente, poi, racconta a Grassi i colloqui avuti con l’Ivass e la difesa a spada tratta di Grassi anche con il collegio sindacale. «Il mio direttore- ho detto- io che conosco il mercato italiano, in termini di..di impegno e di ruolo è una bestia- Gli ho detto bestia nel senso buono, cioè..»

Di Benedetto: Qual è il punto Ermanno? Tu non è che hai la governance e il tuo presidente abbandona il direttore.

Grassi: Non l’ho mai pensato

Di Benedetto: Cioè se mi vedi, ma è chiaro che mi incazzo. In sei anni che sono qua alla presidenza ho dato tutto quello che poteva dare della mia vita. Se un domani viene distrutta...Ma capisci?

Grassi: Eh cazzo, è un’inculata.

Di Benedetto: Il che vuol dire che è la fine di tutto, perché non trovi lavoro

Grassi: No, no

Di Benedetto: Non lo trovi sul mercato italiano per una roba del genere.

Grassi: Infatti, infatti.

Di Benedetto: E ho fatto bene a fare il comitato esecutivo dove già sanno tutto; ho convocato Gostner e Zanoni per avvisare i vicepresidenti. Martedì tu è meglio che non ci sia qua. Martedì ho già chiamato Peter Reuter, gli ho detto: “Però li rappresenti in questa maniera soft, non..non esageriamo le cose”Vengono qui prima perché spiego tutto a Consoli, Gostner e Zanoni, in modo che il giorno dopo in Consiglio voglio risolvere tutto in 10 minuti.

Grassi: Ma beni immobili e mobili sì.

Conversazione del 22/11/2016

Di Benedetto hanno il chiodo fisso della Gnesetti. Il presidente se la prende con la funzionaria e Grassi si accoda e poi chiede tutela anche dalla polizia giudiziaria lamentando di essere perseguitato.

Conversazione 1/12/2016

Grassi e Di Benedetto discutono a lungo sui dettagli dell’informativa all’Ivass sull’inchiesta. Si mettono d’accordo su come scriverla e sui termini da usare. Di Benedetto dimostra di essere a conoscenza delle accuse della Gnesetti dal 2014, smentendo la posizione ufficiale di Itas che dice di aver saputo nel novembre 2016: “Menomale che un anno fa è stata fatta una querela. Poi lei è andata avanti a sputare il fango contro di te nella causa di lavoro. Perché sono le stesse cose nel dossier famoso che aveva dato nel 2014. Ti ricordi? Parlava della cucina...del frigo che hai ordinato?”.Poi, quando Grassi pretende che venga esplicitata in Cda fiducia e solidarietà nei suoi confronti, Di Benedetto lo stoppa:

DB: Dai Ermanno, non andare oltre le righe insomma

Conversazione del 25/1/2017

Di Benedetto torna alla carica per tranquillizzare Grassi e gli chiede di ammettere tutto in caso di rinvio a giudizio. In quel caso, dice, lo piazzerebbe come direttore a Vienna.

DB: Anzi, non che io ti dimetto o ti dimetti. E allora vorrei valutare a livello internazionale. Guarda non è che tu te ne vai e sei in mezzo alla strada. Un direttore generale a Vienna, sapendo chi sei tu, di una collaborazione azionaria tra noi e loro, il più tranquillo sono io a mettere Grassi. Ed esci dalla mischia...Tu ti tieni la tua casa perché sei a Trento eccetera.

Conversazione del 20/3/2017

Grassi e Di Benedetto parlano del loro rapporto e anche di Fabrizio Lorenz, attuale presidente. Ma poi parlano anche del tentativo di Dellai di rovesciare la loro gestione dell’Itas e poi iniziano a parlare del progetto di trasferire l’Itas a Milano. Progetto sempre negato pubblicamente, ma coltivato segretamente.

DB: Io ho bisogno di dirti una cosa tra due amici, guardandoci negli occhi.

Grassi: Mhhh?

DB: Guardami bene. Io e te siamo partiti anzitempo, nel 2009. Con la scelta radicale di cambiare classe dirigente. Sai benissimo quanto io ti abbia voluto qui alla guida dell’azienda.

Grassi: Mmh

DB: Di direzione generale. Prima con i salti mortali di Lorenz, ti ricordi? Ho fatto un miracolo, quella volta lì; per carità, alla fine se fai i conti, cazzo, continua a guadagnare 400 mila euro e poi aveva fatto anche il furbo di 190 che gli abbiam tolti, se ti ricordi. Ad ogni modo, l’abbiamo messo a tacitare con la nomina a condirettore generale e poi direttore

Grassi: Mhh

DB: Io ci tengo a te. Scusami, sono qui che mi obbligano. Da quello che mi dicono tu hai una visione verticistica, di accentramento. Ma ricorda, non sei tu il capo dell’azienda.

Grassi: Non sono io. Ma mai discusso di questo.

Grassi: Il tema è che stiamo subendo tutti in questa fase, te l’ho detto.

DB: Anzi, scusa ha cominciato ancora da Borrelli quando ha detto che Dellai me la vedo io.

Grassi: Se ti ricordi aveva chiesto di fare un golpe per cambiarsi Sai qual è il tema adesso?

DB: Che non è più la piccola azienda di prima e quindi può essere appetitosa

Grassi: E’ appetibile. Uno è appetibile e due siamo a Trento. Allora, se fossimo giusto a Milano

DB: Lo sai che una mezza idea mi sta venendo? Ermanno, guarda che una mezza idea mi sta venendo

Grassi: Immagino. Perché qui...

DB: Perché qui è veramente ridotto

Grassi: Perché qui ormai è un pisciatoio

DB: Sì, sì, sì

Grassi: Cioè tutti devono, per forza, dire la loro…

DB: Scusa se ti tengo su questa cosa. Il resto lo facciamo in fretta. Ermanno tu puoi farti la tua carriera, io sono di passaggio.

DB. Sperando che vada avanti bene quella roba lì.

Grassi: Questo è il tema

DB: Se c’è un rinvio tu ti devi dimettere. Perché, cazzo, a quel punto ti metto a Vienna.

Grassi: Sì, sì, sì.

DB: Sì, Ermanno. Dalla mattina alla sera.

DB: Io e te rinsaldiamo un rapporto. Cioè se viene meno

Grassi: Dimmi come

DB: Se uno dubita

Grassi: Io non dubito, mai dubitato

DB: Ermanno le procedure le abbiamo portate noi, alcune con la mia vicepresidenza perché se era per Lorenz, era un cazzo. Comunque, Ermanno, io devo sapere quando..abbiamo sempre avuto il totale senso della fiducia tra di noi. Perché se viene meno quella Ermanno…

Grassi: Dimmi tu come fare a rappresentarlo

DB: Ascoltami, ascoltami. Finiamo sto periodo burrascoso, dopodiché ti chiedo, senti, non allargato a Consoli, con me!Consoli sono io che lo educo. Ermanno andiamo fuori da qualche parte.

Grassi: Va bene e scriviamo..scriviamo lì. Cioè tu midi cosa fare e lo faccio

DB: Bisogna che..Bisogna che siamo un tutt’uno. Vinciamo, Ermanno? Vinciamo insieme

Grassi: Perdiamo? Se perdo io, perdi tu e se perdi tu, perdo io.















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