Il parcheggio (bianco) delle Albere è già il «paradiso» dei pendolari

Nella zona attorno al Muse e al quartiere di Piano il Comune ha disegnato nuovi stalli liberi che sono stati presi d’assalto da chi deve raggiungere il centro o gli uffici. E la sera sono deserti


di Luca Pianesi


TRENTO. I parcheggi liberi sono ormai «merce» rara in città e i pochi che esistono sono sempre occupati e contesi da frotte di pendolari e residenti. E così il fatto che alcune decine di posteggi «bianchi» siano apparsi, ex novo, nel quartiere appena inaugurato delle Albere, non è passato inosservato ai tanti automobilisti e lavoratori che quotidianamente vagano per le vie e le strade limitrofe al centro, in cerca di un luogo dove poter lasciare i loro veicoli senza costi aggiunti o «impegnativi» dischi orari.

Risalendo, dalla rotonda di Largo Prati, via Monte Baldo, infatti, sulla destra, si trova il primo svincolo d’ingresso al nuovo quartiere progettato da Renzo Piano. Qui, in corso del Lavoro e della Scienza, ecco spuntare una fila di posteggi liberi, gratuiti, senza limiti di sosta, tutti rigorosamente occupati e utilizzati a qualsiasi ora del giorno (nella notte, invece, l’area si svuota a dimostrazione del fatto che, almeno al momento, gli stalli sono utilizzati quasi esclusivamente da pendolari). Proseguendo in direzione Muse si imbocca via Adalberto Libera e anche qui, tra i nuovi edifici delle Albere e la ferrovia, si trova un’altra lunga fila di parcheggi “bianchi”, anch’essi pienissimi di macchine. Insomma l’area è già satura di auto e ancora mancano i sottopassaggi di collegamento con via Taramelli e via Perini.

Fatti quelli, parcheggiare negli stalli liberi del nuovo quartiere diventerà ancora più conveniente per i pendolari che quotidianamente dovranno recarsi in centro città. E così la situazione già preoccupa i dipendenti degli uffici che già si sono trasferiti nel quartiere e i negozianti che da solo da poche settimane hanno dato il via alle loro attività nell’area. La speranza è quella che, in breve tempo, i posti auto diventino a pagamento o a disco orario.

«Il destino di quegli stalli è nelle mani del Comune – spiega l’ingegner Walter Boller, project manager delle Albere – perché sono di proprietà pubblica. Al momento hanno deciso di farli a sosta libera, ma non sappiamo se in futuro cambieranno destinazione d’uso. Noi “controlliamo” quelli sotto il quartiere. Lì abbiamo predisposto 2.000 posteggi, e di questi 500 li destineremo ad uso pubblico».

E che i parcheggi “bianchi” siano diventati, in città, rari e ricercati, è dimostrato anche dai cinque stalli a disco orario di via Muredei, posti davanti alla sede della Cgil. Questi, come fa il miele con le mosche, attirano costantemente frotte di auto che intasano la strada, spesso intralciano gli ingressi ai posteggi privati degli edifici attigui e invadono l’area di sosta dell’autobus 14 che, per questo, quasi mai riesce a fermarsi dove dovrebbe. A dimostrazione di come il parcheggio gratuito sia rarissimo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano