Il «ni» della maggioranza alla Valdastico Nord

Bocciate in aula sia la mozione del no (M5S) che quella del sì (Progetto Trentino) Oggi il comitato con governo e Veneto. Gilmozzi: «Perdente dire no e basta»


di Chiara Bert


TRENTO. Valdastico Nord. In consiglio provinciale va in scena un film ampiamente previsto e che mette a nudo ancora una volta la posizione fragile della maggioranza sul tema. Bocciate dall’aula, nell’ordine, le mozioni di Progetto Trentino (con l’astensione di Kaswalder, Patt) e del M5S, la prima che chiedeva di predisporre una proposta trentina per il completamento dell’autostrada A31, la seconda che diceva un netto no all’opera. Dalla maggioranza arriva di fatto un «ni», frutto di posizioni diverse all’interno del centrosinistra autonomista dove il Pd è contrario mentre Patt e Upt decisamente più possibilisti. La mozione di maggioranza slitta alla prossima seduta: aprendo i lavori il presidente Dorigatti aveva suggerito di trattare tutte e tre le mozioni di seguito, modificando l'ordine dei lavori, ma Claudio Cia (Civica) si è opposto ritenendo prioritaria la sua mozione sui malati di tumore.

A esprimere in aula la posizione della giunta - alla vigilia del tavolo con governo e Regione Veneto che si insedierà questa mattina - è stato l’assessore alle infrastrutture Mauro Gilmozzi, il quale ha detto: «Se vogliamo farci imporre l’opera dallo Stato, il metodo migliore è andare al tavolo e dire no a prescindere». «Abbiamo sempre sostenuto che lo Stato non può passarci sopra la testa, e alla Corte Costituzionale abbiamo vinto contro provvedimenti di arroganza del ministero che volevano imporci le decisioni. Abbiamo sempre chiesto che venisse attivato il meccanismo dell’«Intesa», e finalmente il ministro Delrio ha aperto il tavolo. Metteremo i dati a confronto e cercheremo di capire se la Valdastico serve, se si fa e come si fa». «Dentro l’intesa - è il concetto ribadito da Gilmozzi - o si portano motivazioni salde, altrimenti sì verremo messi all’angolo. Non possiamo portare motivi ideologici, essere favorevoli o contrari a prescindere». Di qui l’ammissione: «Oggi non siamo in grado di venire qui e dire sì o no alla Valdastico. Comunque la decisione - ha ricordato - non sarà della giunta ma del consiglio, perché questo accordo di corridoio dev’essere ratificato dall’aula». Nel merito, l’assessore ha confermato che «al tavolo la giunta porterà le ragioni del no»: «Siamo convinti che per il futuro bisogna investire sulla ferrovia, che porterà a ridurre quelle poche auto che, secondo gli studi trasportistici, transiteranno sulla Valdastico. Non più di 20 mila, ha ricordato, citando il caso dell’autostrada Brebemi, 80 mila mezzi previsti ma che oggi non superano i 20 mila». Per Alessio Manica (Pd), unico esponente della maggioranza intervenuto nel dibattito, «il no alla Valdastico «è perfettamente in linea con la politica della maggioranza», «il Pd non impone la linea su questo punto, ma fonda la propria posizione sui dati che dimostrano chiaramente l'inutilità e la dannosità di quest'opera sia sul piano ambientale che per la qualità della vita».

Le minoranze hanno avuto facile gioco per evidenziare le ambiguità di giunta e maggioranza. «Nelle dichiarazioni di questi mesi avete detto tutto e il contrario di tutto - ha attaccato Walter Viola (Pt) - è ora che si decida». «La Valdastico si farà sopra la vostra testa, con le vostre impuntature ambientali avete fatto perdere 30 anni al Trentino», gli ha fatto eco Maurizio Fugatti (Lega). Secco invece il no di Filippo Degasperi (M5S): «Gli studi dimostrano che la soluzione al problema del traffico in Valsugana non è la Valdastico. Come la Brebemi finirà per gravare sulle tasche degli italiani».

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