L'EVENTO

Il lancio di 366 «tocchi» per la festa dei diplomi

Momento solenne in piazza Duomo per i neolaureati. Il rettore: «Così portiamo l’università nel cuore della città». Andreatta: «A Trento dall’asilo alla laurea»


di Daniele Peretti


TRENTO. Un minuto di raccoglimento per le vittime della strage di Parigi osservato all'inizio della cerimonia pubblica dei diplomi di laurea, ha di fatto condizionato una festa che tale non è più stata. Dagli interventi ufficiali si poteva capire che una riflessione sull'opportunità di rimandarla è stata fatta, ma alla fine ha prevalso il desiderio di normalità. Il rettore Collini ha più volte sottolineato come ci siano milioni di persone che vorrebbero vivere nel nostro mondo, ma come ce ne siano altrettante che questo mondo lo odiano: «Incomprensibile, ma forse ci dovremo abituare a queste conflittualità e la fortuna che ha avuto la mia generazione, che ha vissuto senza guerre e povertà, non sarà purtroppo anche vostra.» Parole che hanno fatto riflettere i 366 laureati ordinatamente seduti in una piazza Duomo gremita, che hanno avuto solo la sfortuna di una delle prime mattinate fredde accentuata dall'ombra che avvolgeva la piazza. I vestiti non erano adatti a questa temperatura e qualcuno perfino tremava, ma poi tutto è cambiato quando al ritmo di uno ogni sei secondi sono stati consegnati i diplomi di laurea e l'emozione, una forte emozione, ha scaldato gli animi.

In Rettorato una mezz'ora prima della cerimonia ha avuto luogo la presentazione di questa prima assoluta: «Abbiamo voluto portare nel cuore della città l'Università che ne è patrimonio.» Ma c'è anche una motivazione, per così dire, tecnica. Infatti con la revisione del sistema organizzativo che ha tolto la discussione pubblica della laurea, era venuto meno un significativo momento del percorso universitario. «Abbiamo pensato ai parenti e agli amici, ma anche agli stessi studenti ed abbiamo preso questa decisione, che verrà riproposta almeno ogni due sessioni di laurea», ha affermato il Rettore Collini che ha poi occupato l'ultimo posto del “corteo accademico” che partito dal Rettorato di via Calepina ha raggiunto piazza Duomo.

Gli studenti "conquistano" il centro storico per la prima "laurea in piazza"

La prima laurea in piazza è andata in scena in centro storico con grande entusiasmo degli studenti e la tanta curiosità dei passanti. "Un modo per avvicinare l'ateneo ai cittadini", è stato il commento del rettore Paolo Collini. (Video Panato)

Tanta la curiosità della gente, sorpresa da questo sfilare di toghe per le vie della città fino a quando è scattato il primo applauso che ha ufficialmente dato il via alla festa: «Una festa che affrontiamo - ha aggiunto Collini - non con quello spirito che avremmo voluto avere, siamo costernati e provati, ma siamo qui anche per una testimonianza di comprensione ed orgoglio».

Il sindaco Andreatta ha sottolineato come la festa pubblica sia stata una felice intuizione ed ha tracciato anche una scena da libro Cuore: «Trento offre la possibilità ai propri ragazzi di percorrere un cammino completo: dalla scuola materna alla laurea».

Attorno alla piazza tanta, tanta gente che ha accompagnato i momenti principali con applausi, ma mai esagerando. Si è trattato di una cerimonia composta, “rotta” solo dal lancio del tocchi e poi via tutti verso i tanti appuntamenti privati che hanno caratterizzato questa giornata che ha portato l'università in piazza. Nel giorno della festa spazio ad alcuni dati statistici, che dicono che a Trento si arriva prima alla laurea di primo livello (età media 24 anni e mezzo rispetto ai 35,3 del resto d'Italia). 73 studenti su 100 portano la prima laurea in famiglia ed il 71% ha lavorato durante gli anni universitari.













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