Il governo vuole un altro miliardo

Spending review, scure sulle autonomie speciali e tagli alla sanità. Intanto la Regione ricorre alla Corte Costituzionale


di Chiara Bert


TRENTO. Un altro miliardo di euro, che va ad aggiungersi ai tagli previsti dalla prima manovra della spending review. Sulle autonomie speciali si abbatte una nuova stangata, che il governo Monti ha inserito nella legge di stabilità approdata ieri pomeriggio all’esame del consiglio dei ministri.

Quello che si sa è per il momento frutto di indiscrezioni e di bozze circolate prima dell’inizio della seduta del consiglio dei ministri. Una manovra finanziaria che per il triennio 2013-2015 sfiora i 12 miliardi di euro, la metà dei quali servirà per evitare l’aumento di 2 punti dell’Iva che sarebbe dovuto scattare il prossimo luglio. Ma il governo cerca anche risorse per aumentare la produttività (probabilmente defiscalizzando i premi di produzione) e per finanziare grandi opere come la Tav e il Mose di Venezia.

Per trovare tutti questi miliardi l’esecutivo dei tecnici torna a chiedere sacrifici alle Regioni e anche alle autonomie speciali. Stando alla bozza del disegno di legge verrebbero aumentati di un miliardo, passando da 1 a 2, i tagli lineari previsti dalla prima spending review a carico delle Regioni a statuto speciale e delle Province di Trento e Bolzano. E alle speciali verrebbe chiesto un ulteriore risparmio di 500 milioni, mentre verrebbero ridotte rispettivamente di 500 e 200 milioni le risorse del fondo perequativo di Sicilia e Sardegna.

Sempre sul fronte dei tagli, il governo prevede una ulteriore riduzione di 1,5 miliardi di euro del fondo sanitario nazionale, taglio che ha subito sollevato la dura reazione delle Regioni. Il fondo nazionale - va ricordato - non finanzia la sanità del Trentino e dell’Alto Adige. Ma nel disegno di legge Trento e Bolzano vengono anche qui chiamate in causa insieme alle Regioni speciali (ad esclusione della Sicilia) per «assicurare il concorso al taglio».

«Non conosco nulla dei numeri di questa manovra», è il secco commento del governatore Lorenzo Dellai, «aspettiamo di vedere ma mi pare che siamo alle solite, è un modo di procedere che non premia le amministrazioni virtuose».

Proprio mentre la scure di Roma torna ad abbattersi anche su Trento e Bolzano, ieri il consiglio regionale ha votato a larghissima maggioranza di impugnare alla Corte Costituzionale il decreto del governo della prima spending review approvata a luglio. Una decisione che segue gli analoghi pronunciamenti dei due consigli provinciali. No dunque ancora una volta alle misure di concorso al risanamento della finanza pubblica fissate unilateralmente dallo Stato, in questo caso quelle previste in materia di organizzazione sanitaria. «Si tratta di difendere il nostro statuto a fronte di un atteggiamento di responsabilità che abbiamo sempre dimostrato - ha ribadito in aula Dellai - il clima che si è creato negli ultimi mesi nei confronti delle Regioni sta creando atteggiamenti duri e preoccupanti verso di noi». Difesa dunque, ancora una volta. E non sarà questo l’ultimo braccio di ferro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano