Il governo vuole tenersi 460 milioni

Battaglia sulle riserve all’erario, Saccomanni chiede alle autonomie di lasciare gli arretrati per risanare i conti dello Stato


di Chiara Bert


TRENTO. È di 460 milioni di euro il conto che il governo Letta ha presentato alla Provincia di Trento: si tratta delle «riserve all’erario» per gli anni 2012-2014, ovvero di quella quota di tasse che - sulla base delle ultime manovre finanziarie - lo Stato aveva deciso di trattenere alle autonomie speciali per risanare i conti pubblici ma che, sulla base di una sentenza della Corte Costituzionale, avrebbe dovuto restituire. A chiedere alle Regioni e Province autonome questo nuovo sacrificio finanziario è stato ieri il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, che ha convocato d’urgenza a Roma i governatori (per il Trentino era presente il presidente della Provincia Alberto Pacher)in vista del varo della legge di stabilità che il governo dovrà presentare entro il 15 ottobre a Bruxelles. I tempi dunque sono strettissimi, tanto che il ministro ha messo subito sul tavolo le carte. Questo, in sintesi, il ragionamento del governo: è vero che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la riserva all’erario, ma chiediamo ugualmente alle autonomie speciali di poter trattenere le risorse, quelle pregresse e quelle che le Regioni devono ancora versare allo Stato, per destinarle al risanamento del debito pubblico nazionale. Un modo di aggirare la sentenza della Corte e di garantire un’entrata molto sostanziosa nelle casse statali: complessivamente circa 4 miliardi di euro.

Per la Provincia di Trento, in particolare, il conto degli arretrati per il triennio 2012-2014, ammonta a circa 460 milioni; 360 milioni per la Provincia di Bolzano. «Risorse - ha subito ricordato Pacher - che abbiamo già previsto a bilancio e che è impossibile pensare vengano lasciate allo Stato unilateralmente».

Tra il governo e le autonomie si preannuncia così una nuova battaglia. Perché proprio sulle riserve all’erario Regioni e Province autonome erano scese in trincea contestando i governi Berlusconi e Monti. Tanto che nel novembre 2012, accogliendo un ricorso della Regione Sicilia, la Corte Costituzionale aveva giudicato «illegittima» la riserva all’erario introdotta nelle manovre finanziarie a carico delle Regioni a statuto speciale, giudicando la misura in contrasto con lo Statuto di autonomia.

È passato meno di un anno e la materia del contendere resta la stessa. Va detto che nei mesi scorsi dal governo Letta erano arrivati fin qui segnali incoraggianti, nel segno di un’inversione di rotta nei rapporti tra lo Stato e le autonomie. Prima il ministro degli affari regionali Graziano Delrio, e poi direttamente il premier Enrico Letta (grande amico del Trentino e di Lorenzo Dellai) avevano aperto alla proposta avanzata dalle Province autonome nel febbraio 2012 e che in queste ultime settimane è stata al centro del tavolo tecnico con la Ragioneria dello Stato: Piazza Dante si accolla le spese che lo Stato oggi sostiene sul territorio trentino (circa 470 milioni) in cambio dell’eliminazione delle riserve all’erario. Proprio ieri si è svolto un nuovo incontro, al quale erano presenti il direttore generale della Provincia Ivano Dalmonego e i dirigenti Fulvia Deanesi e Fabio Scalet. Sul tavolo anche la richiesta di Trento e Bolzano di ottenere la competenza sui tributi locali, Imu in primis. Dalla Ragioneria non sono arrivate particolari obiezioni. Ora la palla torna alla politica. Ma con la crisi economica che continua a mordere e un debito pubblico che non accenna a diminuire, il governo Letta - come i suoi predecessori - ha bisogno dei soldi delle autonomie.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Film Festival

Lo scioglimento dei ghiacciai nella poetica del teatro trentino

La Stagione Regionale Contemporanea si conclude con “Rimaye” di AZIONIfuoriPOSTO, che stasera (3 maggio) darà spazio a un’indagine su ciò che è destinato a sparire e alla sua eredità, mettendo in relazione corpi umani e corpi glaciali. Entrambi infatti sono modificatori di paesaggio e custodi di memorie


Claudio Libera