«Il Giro si deciderà nella cronoscalata»

Il mitico Checco Moser si sbilancia alla presentazione della tappa Mori-Polsa di Brentonico. Premiato l’ex ct Alfredo Martini


di Matteo Cassol


MORI. Pubblico delle grandi occasioni e parterre prestigioso, l'altra sera nel ventre ipogeo della nuova cantina sociale moriana, per la presentazione della diciottesima tappa del Giro d'Italia 2013, che partirà appunto da Mori e arriverà a Polsa di Brentonico dopo una ventina di chilometri (19,4, per la precisione) di cronoscalata tra rampe e tornanti, con ben 1.800 metri di dislivello (pendenza media 5,2%, pendenza massima 10%): sarà il ritorno sul Baldo della corsa in rosa, quarantatré anni (meno un giorno) dopo la frazione vinta in solitaria da Eddy Merckx. In molti sono giunti per celebrare il rito di anteprima, con relatori soddisfatti - tra gli altri - l'assessore provinciale Tiziano Mellarini, Germano Berteotti dell'Apt Rovereto e Vallagarina, Flavio Chizzola di Mori Colli Zugna e i sindaci Roberto Caliari (Mori) e Giorgio Dossi (Brentonico). In platea, oltre ad esempio al commissario del Governo Francesco Squarcina, assi trentini delle due ruote come Gilberto Simoni, il beniamino locale Alessandro Bertolini e Francesco Moser, così come il venerando ex ciclista e commissario tecnico della nazionale Alfredo Martini. Gratitudine più o meno collettiva per essersi assicurato l'evento è andata al delegato al turismo della Provincia.

«Aver portato qui questa tappa - ha detto Mellarini - è un riconoscimento al movimento ciclistico di Mori, giusta gratificazione e sprone a continuare la fondamentale attività sportiva, un lancio del velodromo dopo un investimento fortemente voluto che mi auguro possa essere utilizzato per molti giorni all'anno (evitando il rischio della cattedrale nel deserto) e un modo per far conoscere il meraviglioso territorio dell'altopiano di Brentonico e della Polsa, promuovendo anche il Parco del Baldo. Sarà poi una delle tappe decisive e sarà un successo, dovuto anche allo straordinario mondo del volontariato, che mi auguro possa coinvolgere sempre più persone». «La tappa - ha aggiunto da parte sua Gilberto Simoni - merita. È una di quelle che fanno tornare la voglia di correre». Dopo aver ricordato un curioso aneddoto su una tappa moriana del passato (in vista della quale aveva dimenticato le scarpe), Francesco Moser ha assicurato che in venti chilometri di salita chi sarà in forma potrà fare la differenza, lasciando intendere che il Giro potrebbe almeno in parte decidersi proprio con la cronoscalata moriano-brentegana, che calamiterà l'attenzione degli appassionati tutta su quel relativamente breve tratto di strada, mettendo adeguatamente in mostra, secondo gli organizzatori, la Vallagarina. Il ritorno del Giro a Polsa sarà anche l'occasione per ricordare la figura di Domenico Galassi, compianto pioniere del turismo sull'altopiano e principale artefice della tappa del 1970. Altri tempi, come quelli di Alfredo Martini: «Noi gente del ciclismo - ha detto l'ex professionista e ct, fiorentino classe 1921, dopo aver ritirato un riconoscimento consegnatogli da parte di Flavio Chizzola - abbiamo dei debiti da ripagare al pubblico. Ci stiamo provando, con i mercanti di veleni che sono stati allontanati. A questo riguardo, quella Mori-Polsa - ha concluso riferendosi all'attualità - sarà senz'altro un bello spettacolo, una cronometro importante, la tappa della verità prima delle grandi montagne».

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