L'INCHIESTA

Il finto parroco che truffa i diaconi via telefono

Diversi casi in Valsugana e a Trento. Il malvivente finge di essere il sacerdote e chiede un accredito sulla PostePay per pagare il meccanico dopo un incidente



TRENTO. «Ciao Mario, sono don Giorgio, mi si è rotta la macchina e ho bisogno di farla sistemare subito ma non ho con me abbastanza soldi. Puoi farmi un accredito di 700 euro sulla PostePay?». I nomi sono di fantasia, ma non lo è il senso della frase che si è tradotta in diversi tentativi di truffa ai danni di parrocchie della Valsugana e di Trento. Numerose le segnalazioni e forse qualcuno è anche caduto nella trappola che, a quanto pare, era stata architettata molto bene. I protagonisti di questa truffa al telefono (con numero naturalmente coperto) sono il malvivente che chiama il diacono (la vittima designata) fingendo di essere il parroco. E riuscendo anche a mascherare così bene la voce da far credere al diacono di essere proprio il sacerdote. Prima di colpire, il truffatore si informa tanto che non solo qual’è il nome del prete ma anche quello del diacono. E quindi inizia la telefonata con un cordiale «Ciao Mario». Un approccio che fa in modo che l’interlocutore non possa nutrire dei dubbi su chi si trova dall’altra parte del telefono visto che sa persino il suo nome di battesimo. Poi cambia in parte il testo ma non il fine, ossia quello di farsi fare un sostanzioso accredito su una carta PostePay. In un caso il problema da risolvere con il bonifico urgente era legato alla necessità di pagare il meccanico per sistemare al più presto il guasto alla macchina. In altri casi servivano assolutamente 300 euro per saldare un’acquisto. E il sacerdote - questa è la scusa che veniva utilizzata - non poteva farlo perché era a casa, a letto, ammalato. Insomma la fantasia certamente non fa difetto a questi truffatori. Ma capita che alcuni diaconi, prima di fare il bonifico abbiano avuto l’accortezza di verificare il racconto. E chi ha cercato la prova della bontà di quanto raccontato, ha scoperto che era tutto finto. Numerose le telefonate di questo tenore arrivate nelle parrocchie della Valsugana e di Trento con una concentrazione maggiore lunedì.

Ma anche nei giorni precedenti c’è chi ha cercato di prendersi del denaro dai parroci. Con una telefonata molto allarmata nella quale si raccontava di un incidente stradale avvenuto fuori provincia con due bambine e una donna ferite. Tutti nomi sconosciuti al prete in questione e forse il truffatore puntava su un’estrema bontà d’animo. Ma è bastata una verifica per scoprire che si trattava di un tentativo di truffa. Che è stato seguito anche da minacce pesanti. (m.d.)













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