«Il fascismo è reato, CasaPound e FN vanno sciolte» 

Allocati, insegnante, candidata alla Camera a Trento «Siamo anticapitalisti. Oggi i lavoratori sono sotto ricatto»


di Chiara Bert


TRENTO. Valeria Allocati, 50 anni, insegnante di filosofia all’Istituto Lorenzo Guetti di Tione, è la candidata, sul collegio della Camera di Trento, di «Potere al Popolo», il movimento della sinistra antagonista e anticapitalista. Lunedì sera, al dibattito organizzato dalle Acli a Gardolo, la sua sedia è rimasta vuota: «Con le organizzazioni neofasciste come CasaPound noi non ci confrontiamo».

Allocati, perché rifiutare il confronto democratico?

L’abbiamo detto all’inizio della campagna elettorale. Noi non riconosciamo dignità politica a CasaPound. Chiediamo che le formazioni fasciste siano immediatamente sciolte per rispetto della Costituzione e di chi ha dato la vita nella Resistenza. Ci preoccupa l’escalation di episodi violenti e di prepotenza che si susseguono nelle nostre città, culminati con il raid di Macerata. Ora queste formazioni partecipano a una competizione democratica quando loro di democratico non hanno nulla.

Mettere queste formazioni, e le persone che vi aderiscono, fuori dal campo democratico, non rischia di essere una risposta debole che finirebbe per rafforzarle?

Per la nostra Costituzione il fascismo è un reato. Ci sono riconosciute tante libertà ma nessuno è libero di essere fascista e razzista. Non si normalizza il fascismo facendolo entrare in parlamento. CasaPound e Forza Nuova non fanno mistero di evocare l’epoca fascista, cavalcando il disagio sociale e le disuguaglianze. Li abbiamo visti sfilare facendo il saluto romano. Forza Nuova continua a spadroneggiare nelle strade di Trento, noi abbiamo chiesto ancora anni fa al Comune di chiudere la sede di CasaPound. I fatti violenti che avvengono nelle città hanno dei mandanti morali: chi ha fomentato odio e razzismo tra penultimi e ultimi, una guerra tra poveri. Ma ci sono anche responsabili politici: chi ha voluto la legge sui Daspo urbani che criminalizza gli emarginati mentre non si fa nulla per combattere le povertà. È qui che si annida la cultura del fascismo.

Com’è nata la sua candidatura con Potere al Popolo?

I candidati sono stati decisi in assemblee pubbliche. Il mio impegno politico nasce ai tempi del liceo, la mia storia politica è dentro Rifondazione Comunista, di cui sono segretaria del circolo di Trento. Alle ultime comunali a Trento mi sono candidata con L’Altra Trento a sinistra. La mia candidatura è stata un mettermi al servizio della nostra causa: cambiare le condizioni materiali del presente.

Perché serve un soggetto che sta a sinistra della sinistra di Liberi e Uguali?

C’è una cosa che ci distingue ed è la coerenza che per noi è un «no» a Renzi ma anche a Bersani e D’Alema. La nostra è una storia di lotte alle politiche neoliberiste, la legge Fornero, il Jobs Act, le politiche europee di austerità, la distruzione della sanità pubblica, i Daspo urbani. Chi queste politiche le ha votate fino a ieri, oggi non è credibile.

Per sempre all’opposizione, è così?

Escludiamo alleanze. La nostra è l’unità delle forze sociali che lottano per ridare dignità a chi è stato massacrato dal capitalismo.

Qual è per lei la prima battaglia che Potere al Popolo dovrebbe fare se entrasse in parlamento?

Quella per il lavoro e per la scuola e la sanità pubbliche. In questi anni i diritti dei lavoratori sono stati massacrati dal Jobs Act, dall’abolizione dell’articolo 18, dal diritto degli imprenditori a licenziare, dalla creazione di un mondo del lavoro precario funzionale a un sistema senza diritti, i n cui i lavoratori sono sotto ricatto. Sento giovani che si ritengono fortunati ad aver trovato un lavoro, come se il lavoro non fosse un diritto sancito dalla Costituzione ma fosse concesso.

Qual è la vostra proposta per il lavoro?

“Lavorare meno, lavorare tutti” non è uno slogan, significa che alla riduzione della fatica individuale e a un maggiore tempo da dedicare alla vita personale e collettiva si accompagna una redistribuzione del reddito. Oggi si pensa solo in termini di riduzione del costo del lavoro per accontentare gli interessi padronali: bisogna scardinare questa logica.

Cosa l’ha colpita di più finora nella sua campagna elettorale?

Sono quasi tutti i giorni a volantinare e parlando con la gente, tantissimi mi dicono: “Avete ragione”. Ne sono convinta perché ribellarsi è un diritto. E prima o poi questa ragione verrà fuori e pagherà.

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