Il dolore per Caterina: «Eri un angelo»

Sempre gravissime le condizioni di Daniele Scienza, ancora in coma farmacologico. In ospedale anche gli altri tre amici


di Nicola Filippi


ALA. Ala è ancora sotto choc dopo la notizia della morte di Caterina Deimichei, 17 anni, figlia di Tiziano e Marina Mutinelli e sorella di Margherita. Ora tutto il paese prega e si stringe per Daniele Scienza, 24 anni, figlio di Luciano titolare della “Ala Porfidi”, ancora in coma farmacologico all’ospedale di Verona, che ha riportato ferite gravissime (pare alle vertebre e un forte trauma cranico). Scienza si trovava sui sedili posteriori della Renault Clio guidata da Mark Boninsegna, 20 anni, di Mori, che è uscita di strada nella notte di Halloween, lungo la Transpolesana, nel Veronese, incidente nel quale sono rimaste ferite anche A.D.C., 17 anni, alense, studentessa del Fontana, ancora in coma farmacologico (sembra fratture del bacino), e l’amica (molto meno grave) L.D., anche lei di Pilcante, anche lei al quarto anno di ragioneria all’istituto Fontana.

La casa della famiglia di Caterina è meta di una lunga processione. «Era una ragazza meravigliosa, che si faceva voler bene da tutti, era sensibilissima, tutti i padri si augurerebbero di avere una figlia così, ma ora io non ce l’ho più. Al guidatore non imputo alcuna colpa, lo conosco, non è un tipo che beve, nessuno della compagnia beve», racconta il padre Tiziano.

«Mi porterò nel cuore per tutta la vita il sorriso di Caterina - racconta il suo fidanzato che studia all’Istituto agrario San Michele - ci eravamo conosciuti quest’estate, io giocavo al torneo di calcio a Ronchi. Ci siamo conosciuti a luglio e ci siamo fidanzati ad agosto. Di lei, mi piaceva il suo sorriso, la sua voglia di vivere, la sua simpatia. Ci vedevamo ogni giorno, dopo la scuola. Con gli altri cinque formavamo un gruppo molto affiatato, sono gli amici più stretti». Il giovane fidanzato di Caterina non si dà pace: «Mercoledì sera, il gruppo si è ritrovato al Caffè Commercio e al Cream Cafè, ma era una serata come tante altre, non c’era niente di particolare in programma. Io avevo la febbre e sono rimasto a casa. Ora mi sento perso».

Stravolta anche Donatella Emanuelli, la titolare del Cream Cafè dove lavorava, a chiamata, Caterina. «Quando ho saputo la notizia sono stata malissimo - racconta - Caterina per me era come una seconda figlia, era molto espansiva, dolce, allegra». Caterina era «molto amica di mia figlia, frequentavano la stessa compagnia di amici. Quando Caterina entrava dalla porta del locale era come se entrasse il sole. Rimarrà sempre nel mio cuore, era unica, puntuale e serena. La Catty era un angelo».

«A Pilcante siamo ancora sbalorditi, spaventati, tutti piangono la morte di Caterina - racconta il parroco, don Beppino Soini - in casa Deimichei c’è la processione di persone che va a fare le proprie condoglianze alla famiglia, una famiglia meravigliosa colpita negli affetti più cari e profondi».

Anche a Ronchi, frazione d’orgine del papà Tiziano Deimichei, la comunità è sbalordita. Papà Tiziano e mamma Marina Mutinelli fanno parte del direttivo del Comitato attività sociali. Il suo presidente, Roberto Deimichei, è stato fra i primi a ricevere la notizia della tragedia di Caterina. «La famiglia Deimichei è una famiglia splendida, i genitori si dedicano al volontariato, ma anche le due figlie, Caterina e Margherita, sono sempre molto attive, con grande dedizione». Il presidente Deimichei, ricordando Caterina, usa sempre il tempo presente: «Siamo ancora attoniti, tanto è grande la tragedia - racconta - Caterina è una ragazza solare», poi si corregge, «era comunicativa, sempre con il sorriso sulle labbra, con lo sguardo penetrante, intelligente, di ragazzina sveglia con la voglia di vivere, ma anche con la voglia di essere utile, al paese e alle persone con le quali noi, come Cas, lavoriamo, persone diversamente abili. La sua scomparsa lascia un vuoto terribile e l’abbraccio che vogliamo dare alla famiglia è un abbraccio di solidarietà, di fraterna compartecipazione di questa terribile lutto che l’ha colpita. La mamma e il papà di Caterina hanno una forza interiore che mi lascia sbalordito, si vede che hanno la percezione di quanto è successo ma cercano di dare la forza a noi per superare questa grande tragedia».

Cinque famiglie sconvolte, un paese intero attonito e sbigottito. Ala piange per Caterina, ma spera anche per tutti gli altri ragazzi rimasti coinvolti nell’incidente.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

Montagna

Rifugio Graffer al Grosté, ecco come diventerà

La Sat ha scelto il progetto dello studio Campomarzio di Trento. La struttura, costruita nel 1947, fu demolita alla fine degli anni Ottanta. I progettisti: verrà riqualificata e ampliata «rievocando l’atmosfera e la storia»