TRENTO. E ora Google diventa pure un riferimento normativo. Sarà proprio il motore di ricerca a stabilire se un richiedente avrà diritto o meno ad un alloggio a canone sostenibile. Per essere precisi non si tratta proprio di una legge, ma di un suggerimento dato dalla giunta all’interno delle modalità di assegnazione di questa speciale tipologia alloggiativa. Il regolamento esecutivo della legge provinciale del 2005 pone un freno alla discrezionalità con cui i beneficiari potevano accettare o meno (per questioni di personale gradimento) un alloggio a canone sostenibile. Però molto spesso queste richieste creavano problemi non indifferenti nella gestione delle graduatorie e soprattutto non era possibile, nel momento dell’assegnazione, restare pure succubi di capricci più o meno legittimi. E così il regolamento ora parla chiaro: chi nei precedenti cinque anni ha rifiutato un appartamento entro i 15 chilometri di distanza dal centro prescelto non ha più diritto a presentare una nuova domanda. Ineccepibile, però ora si apre un nuovo problema: come si calcolano i 15 chilometri? Ogni Comune si adegua seguendo il buon senso, ma si sa che la burocrazia si nutre di ben altro. E così per tagliare la testa al toro, la giunta provinciale dà un caloroso suggerimento, anche per uniformare il metodo di calcolo. E dice al sindaco di mettersi al Pc, chiamare il motore di ricerca più celebre, Google e aprire la funzione delle mappe. Da lì, impostando sulla voce “percorso più breve”, puntare il primo indirizzo come quello corrispondente al municipio e il secondo sull’alloggio in questione. Google darà così la distanza esatta calcolata sulle proprie mappe satellitari. Impossibili le contestazioni: Google è considerato più che attendibile, quasi infallibile.

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