il caso

Il controllore aggredito: «Mi ha preso a cazzotti in faccia e alla testa»

Il drammatico racconto di uno dei due dipendenti di Trentino Trasporti picchiati lunedì a Trento da un uomo senza biglietto



TRENTO. «Un pugno in faccia. Il sangue. Mi accascio a terra. Mi arriva un cazzotto sulla testa. Lo guardo e vedo occhi pieni di odio». Per il lavoro che fa, non è nuovo alle ingiurie «sempre più frequenti», ma «una simile violenza» non la tollera più. Parla il controllore di 52 anni aggredito lunedì a Trento da un uomo che non aveva il biglietto. «Mi capirà, se scelgo l’anonimato». Alla fermata in piazza Centa arriva l’ 8, ore 14.15. Si controlla chi scende e chi sale. «Eravamo tre controllori. Quell’ uomo, un africano tra i 20 e i 25 anni, è sceso e, alla richiesta del biglietto, con espressione volgare, se ne è andato in via Segantini. In tre lo abbiamo seguito per far rispettare quell’obbligo che è uguale per tutti, pena la sanzione. Lo abbiamo spiegato chiaramente anche a lui che però, incurante, si è diretto verso la Trento Malè. Ha attraversato i binari locali e quelli delle Ferrovie dello Stato, per arrivare in Corso Buonarroti. Mentre un collega lo seguiva io chiamavo i carabinieri. Ad un certo punto mi vedo tornare tutti due, africano e controllore. Solo che quest’ultimo ha una mano piena di sangue». C’è tensione. Parole sempre più concitate tra il controllore sanguinate e il passeggero inseguito. «Il terzo funzionario che era con noi ha avvertito anche la Polfer. Nel frattempo ho cercato di abbassare i toni, calmare gli animi e a quel signore ho detto “ stai tranquillo che si risolve tutto”. E’ a quel punto che lui mi sferra un pugno in faccia. Mi sono accasciato a terra, sanguinavo. Ho coperto il volto con le mani. Tutto in pochi istanti. A quel punto l’uomo mi da un cazzotto in testa. Ho pensato “questo mi vuole ammazzare”. Aveva gli occhi pieni di odio. Non so spiegare in altro modo. Occhi pieni di un odio...». I suoi due colleghi, gli altri controllori, tentano di difenderlo. L’arrivo dei carabinieri fa pensare a tutti «finalmente è tutto finito». «Quando sono passato accanto all’auto dei carabinieri, dentro la quale stava l’uomo che mi ha colpito, in manette, lo sa questo che cosa ha fatto? Ha picchiato sul vetro e sorridendo strafottente ha alzato il dito». Il controllore colpito al volto e quello con la mano sanguinante vengono ricoverati al pronto soccorso. «Quando i carabinieri sono venuti a vedere come stavamo ci hanno detto che quell’uomo era già libero. ? Se avessi fatto io una cosa del genere starei dentro. E guardi che io avrei potuto benissimo reagire. Sono alto 1.84, peso 100 kg. Uno così me lo mangiavo. Prima di alzare le mani, indipendentemente dal ruolo che si ricopre, uno ci pensa, o no? Cgil, Cisl e Uil: «E’indispensabile predisporre un protocollo con Comune, Provincia e Commissario del Governo, tra l'altro già richiesto, per un servizio di trasporto pubblico sicuro e che disponga di dati certi sui singoli episodi di intolleranza a bordo e non». Così la Lega, in un’ interrogazione: «Negli ultimi due anni, quanti episodi simili sono avvenuti in Trentino, quale la nazionalità e lo status dei soggetti coinvolti?». Piero De Godenz, Upt: «Gli utenti devono avere una percezione di sicurezza e i lavoratori non devono essere lasciati soli». Da Cinformi la precisazione: «Il migrante al centro dell'episodio non è accolto e non è mai stato accolto in passato nel progetto trentino di accoglienza. È stato il migrante a dichiarare di alloggiare alla residenza Brennero».(f.q)













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