Il Comune rimuove un'assistente sociale

E' accusata di maltrattamenti dalla madre di un bambino


Luca Pianesi


TRENTO. Ha 10 anni e da alcuni mesi non si lava più e riempe i quaderni scrivendo "voglio tornare a casa dalla mia mamma e dalla mia nonna". E' la singolare protesta di un bambino sottratto alla madre un anno e mezzo fa e da allora in cura dei Servizi sociali. Allontanato dalla madre perchè ritenuta troppo accuditiva dalla psicologa, che aveva eseguito i controlli su richiesta del padre poichè il figlio si rifiutava di vederlo, da più di un anno viveva sotto la supervisione della stessa assistente sociale che lo aveva portato via di casa. E' di ieri la notizia che tale assistente è stata sostituita per decisione del Comune. La ragione sta nel fatto che la mamma aveva denunciato l'assistente perchè, a detta sua, questa gliel'aveva letteralmente strappato dalle braccia, tra urla e pianti disperati del bambino. Da più di un anno, dunque, tra le due parti c'era una causa aperta per maltrattamenti, verso il minore, e da più di un anno madre e assistente dovevano comunque rapportarsi tra di loro nei momenti di visita al bambino, di confronto e di consulto reciproco. Il Comitato dei cittadini per i diritti umani onlus di Trento aveva denunciato la cosa ai Servizi sociali e al Comune ritenendo che, al di là dell'esito del processo, fosse sbagliatissimo che un'assistente sociale indagata e in causa proprio con la madre del bambino che doveva seguire, non fosse stata preventivamente rimossa dal caso. «Il nostro comitato è molto soddisfatto di quest'apertura da parte dell'amministrazione - dichiara Paolo Roat coordinatore regionale del Comitato dei cittadini per i diritti umani - e dei Sevizi sociali, e certamente è un primo passo per risolvere questa penosa vicenda, sebbene non capiamo perchè la vecchia assistente sociale sia stata mantenuta per la parte progettuale. Purtroppo dobbiamo denunciare la miopia istituzionale di assessore e politiche sociali che recentemente hanno respinto, acriticamente, una proposta di riforma dei Servizi sociali, definendo offensiva la richiesta di controllare l'operato dell'ente e dei suoi operatori».













Scuola & Ricerca

In primo piano