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Il Comune prepara le «case» per i pipistrelli

A Palazzo Thun ok ad un ordine del giorno per la sistemazione di «bat box». In Trentino presenti tra le 20 e le 30 specie di chirotteri, molti sono in pericolo



TRENTO. Sistemarle non costerà certo una fortuna ma l’utilizzo delle bat box potrebbe salvare delle specie a rischio d’estinzione. Le bat box sono della casette in legno da sistemare nei sottotetti per essere utilizzate come riparo dai pipistrelli. L’idea di piazzarne un buon numero negli stabili di proprietà pubblica si ricava da una determinazione del Comune che fa proprio un suggerimento della consigliera Antonia Romano, Altra Sinistra.

I pipistrelli, vittime di molte leggende che li vogliono assaltatori delle chiome altrui o, peggio, vampiretti succhiatori di sangue, sono una specie tanto utile quanto delicata. I chirotteri sono infatti formidabili predatori di zanzare, capaci, in una sola notte, di nutrirsi di circa 2000 zanzare. Diversi Comuni in tutta Italia, hanno già installato dimore artificiali per chirotteri, informalmente chiamate “bat box”.

Le indagini sulla varie specie di pipistrelli presenti in Trentino sono iniziate già alla fine dell’800. Tutti i dati raccolti sono confluiti nella banca dati dell’Atlante dei Mammiferi del Trentino: alla luce delle informazioni raccolte, aggiornate al 2014, in Trentino sono presenti tra venti e trenta specie, ma per nessuna di loro possiamo dire che la situazione sia veramente rassicurante in termini di conservazione. Tutte le specie europee di Chirotteri hanno mostrato negli ultimi decenni marcati decrementi numerici a causa di fattori biotici (calo della disponibilità di insetti). Sia per l’uso di insetticidi sia per l’erosione del paesaggio agricolo dall'urbanizzazione delle aree, deriva genetica per il decremento numerico di colonie riproduttive e aumento della competitività interspecifica). E fattori abiotici (perdita di siti rifugio e/o loro alterazione per interventi antropici ma anche per veri e propri atti di persecuzione). Il Comune è alle prese da anni anche con una campagna di informazione che metta in guardia i cittadini da certi comportamenti che possono favorire l’infestazione da nidi di zanzare in giardini o abitazioni: lo si capisce - si nota nella determinazione - «a giudicare dalla quantità e dalla tipologia di fiori con sottovaso che abbelliscono i balconi, dai rubinetti nei giardini che spesso perdono acqua e dall’aumento progressivo di vendita di spray chimici repellenti e simili».

Per risolvere il problema basterebbe dunque dotarsi di una bella bat box e la pubblica amministrazione vuole cominciare dando l’esempio. (g.t.)













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