Il cardiologo ripreso dalle telecamere

I carabinieri hanno piazzato gli occhi elettronici nello studio di Cirrincione. Il medico sospeso dall’Azienda sanitaria


di Nicola Filippi


RIVA. Davanti al giudice per le indagini preliminari, Monica Izzo, il noto cardiologo roveretano Carlo Cirrincione, arrestato due giorni fa dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale ha preferito proferire poche parole: «Chiarirà la sua posizione più avanti con un interrogatorio davanti al pubblico ministero», spiega il suo avvocato. L’interrogatorio di garanzia si è svolto ieri mattina. Il noto cardiologo era assistito dai propri legali difensori, Sara De Luca e Giuliano Valer del foro di Trento. «Dobbiamo ancora valutare attentamente il fascicolo delle prove - spiega l’avvocato De Luca - ma da un primo sommario esame anche delle immagini dei carabinieri si nota un normale atteggiamento di visita sul paziente».

Un «fulmine a ciel sereno», la notizia dell’arresto del noto cardiologo roveretano. Carlo Cirrincione, in servizio al Santa Maria del Carmine (proprio ieri è stato sospeso dall’Azienda sanitaria provinciale), è stato condotto agli arresti domiciliari dai carabinieri della stazione di Riva nella sua abitazione di Trambileno. Le accuse mosse dal procuratore Valerio Davico (e confermate nell’ordinanza dal gip Monica Izzo) parlano di “violenza sessuale continuata con l’aggravante dell’abuso di autorità” e del fatto che si sarebbe approfittato di persone anziane e indifese. Cinque sono le donne (con età che oscillano fra i 67 e gli 80 anni) che sostengono di aver ricevuto attenzioni particolari dal cardiologo. Le vittime delle molestie che si sarebbero ripetute dal settembre 2012 a tutt’oggi, erano ospiti delle case di riposo di Riva e della Fondazione “Comunità di Arco”. L’indagine è partita da una confidenza al comandante della stazione di Riva da parte di un operatore sanitario in servizio alla casa di riposo di Riva che aveva ascoltato il racconto di un’anziana ospite. Da qui l’inchiesta, che ha fatto emergere anche un caso più pesante: una signora avrebbe dichiarato, «in lacrime - ha spiegato il capitano dei carabinieri, Francesco Garzya - di essere stata costretta, con forza e contro la propria volontà, a compiere un atto orale per compiacere il medico».

Per ricostruire il delicato quadro probatorio, i carabinieri hanno incaricato il maresciallo Angela Mizzau per stabilire un punto di contatto con le vittime delle presunte violenze. Lo ha fatto in modo delicato ed esemplare, ascoltando decine di pazienti. Dalle denunce raccolte, il medico avrebbe molestato le anziane, palpeggiando loro ripetutamente i seni (sembra anche con stimolazioni e suzioni dei capezzoli), proferendo anche parole sconce. Il tutto sarebbe avvenuto sempre nell’ambulatorio, sempre in solitudine, dato che il medico dava ordine tassativo al personale paramedico di non fare ingresso durante le sue visite. I carabinieri hanno deciso di nascondere alcune telecamere all’interno degli studi medici: «Il medico avrebbe più volte posto in essere manovre che esulavano dal corretto esercizio della professione medica, palesemente finalizzate al soddisfacimento dei propri impulsi sessuali», si legge nell’ordinanza. Secondo la difesa invece le immagini raccontano una normale visita medica. Nelle perquisizioni in casa e negli studi medici, infine, sono stati sequestrati cellulari e computer che - da una prima analisi - hanno fatto emergere la presenza di file pornografici («ma non immagini delle sue pazienti», ha precisato il capitano Garzya).

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