AGRICOLTURA

Il cambiamento climatico è già qui: contromisure anche nelle campagne

Incontro dedicato promosso dal Codipra: dai progetti in campo ai milioni per l’efficientamento energetico generale


Serena Torboli


TRENTO. Eventi estremi: proprio mentre fuori dalla sala imperversava il rumore delle raffiche di vento, in questi giorni di temporali e grandinate, nella sede del Codipra venerdì si è tenuto un incontro dedicato alle soluzioni a disposizione delle aziende agricole per far fronte ai cambiamenti climatici.

Infatti, fenomeni climatici estremi sono sempre più frequenti: non è un luogo comune ma un dato reale e misurato, come reali sono i conseguenti danni all'agricoltura. Urge dunque adottare una strategia più strutturata di investimenti per adattarsi al cambiamento climatico.

La direttrice del Consorzio, Marica Sartori, segnala l’importanza di mettere in campo un nuovo approccio alla gestione del rischio: l’aumento della frequenza degli eventi estremi può mettere in crisi il sistema assicurativo e mutualistico che da solo, nel lungo periodo, non può reggere: «I fenomeni climatici estremi stanno impattando in maniera importante sulle nostre imprese agricole: è importante quindi che servizi informativi ad alto valore aggiunto legati al clima entrino nelle scelte decisionali dell’imprenditore».

L'evento, organizzato con Agriduemila Hub Innovation e Alls Consulting, illustra le misure di sostegno previste nell'alveo degli investimenti Pnrr e delle misure di finanza agevolata, gli strumenti efficientamento energetico, e le innovative misure di incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili: tutte queste misure adottate, unite ad un’ottimizzazione dei consumi energetici ed idrici, possono infatti contribuire ad un’importante stabilizzazione del reddito.

Massimo Crespi di Hypermeteo illustra l’apporto che la meteorologia può dare, partendo dall’Intergovernmental Panel for Climate Change messo in campo dall’ONU, che in Italia trova il suo focal point nel Centro Mediterraneo Cambiamenti Climatici del CNR: «È un ambiente di climatologi, che in questi anni si è arricchito anche con esponenti del mondo dell'economia, perché in effetti noi il cambio climatico lo stiamo leggendo sempre in chiave di perdita di PIL».

In Trentino, è stato messo in piedi un progetto, nell'ambito della legge 6, che unisce diverse realtà del territorio, quali ITAS, Dolomiti Energia, Meteotrentino, FBK e l’Università, oltre che Agriduemila e il Codipra stesso, per calare il tema del cambio climatico nell'agricoltura e soprattutto nell'infrastruttura, perché, prosegue Crespi «Il cambio climatico sarà un problema che impatterà fortemente nel mondo delle infrastrutture, come le autostrade, gli aeroporti, la viabilità».

Radarmeteo e Hypermeteo stanno infatti lavorando a strumenti predittivi in campo meteorologico a supporto dei settori economici: si tratta di servizi a valore aggiunto che misurano questi eventi, per prevedere meglio come si svilupperanno, quali specifici punti di territorio possono essere particolarmente a rischio grandine o siccità, o quante volte si potranno verificare ondate di calore.

Maurizio Fauri e Andrea Giovanelli illustrano le possibilità per la riduzione dell’utilizzo di gas naturale e petroliferi con elettricità e combustibili rinnovabili. Due scenari provano a stimare la riduzione al 2050 di queste fonti, in un caso con una riduzione del 25% dei consumi ed un altro, più ambizioso, con un’ulteriore riduzione fino a 70 MTEP (tonnellate equivalenti di petrolio, ndr).

In tutti i casi, oltre alle fonti rinnovabili, si passa sempre per un ricorso maggiore all’energia elettrica, che non sarà semplicissimo.

L’agricoltura, rispetto ad altri settori produttivi, si presta meno ad efficientamento e riduzione dei consumi: questa tuttavia è la direzione, e, se ora non è immaginabile avere i trattori a batteria, un domani non è impensabile averli ad idrogeno.

Fondamentali quindi gli investimenti: Giovanelli illustra le misure di finanza agevolata che possano favorire le azioni concrete, sfruttando in primis il Pnrr, che prevede 70 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto e che ha una mission specificamente dedicata.

A livello nazionale, il cosiddetto bando Agrisolare 2 stanzia un miliardo di euro per interventi che favoriscano l’autoconsumo, da attuare anche in forma aggregata, con associazioni temporanee di impresa, reti o comunità energetiche rinnovabili.

Importanti misure anche per l’agrivoltaico, il sistema di produzione nel quale i pannelli fotovoltaici sono montati ad un'altezza da terra sufficiente per consentire le coltivazioni sul terreno sottostante: 1,1 miliardi stanziati, con contributi a fondo perduto del 40%.

Ancora sostegni importanti nel campo delle Comunità energetiche: questa misura è stata oggetto di più osservazioni da parte della Commissione europea e si è in attesa delle risposte. Gli importi sono rilevanti, oltre due miliardi, che vanno a finanziare con tariffe incentivanti legate all’autoconsumo condiviso e un contributo a fondo perduto del 40% per i comuni fino a 5.000 abitanti. Vedremo se saranno confermati.

Oltre ai grandi finanziamenti nazionali, ce n’è uno in arrivo a livello provinciale: a settembre la Camera di Commercio apre un bando per le imprese con contributo a fondo perduto del 70% che finanzierà servizi consulenze, come ad esempio le diagnosi energetiche.

Un segnale chiaro insomma da parte del Consorzio: non possiamo più affidarci alla sola tutela assicurativa, in un sistema di risk management nelle scelte decisionali dell’imprenditore devono entrare nuovi servizi ed investimenti, ed è questo il momento giusto per farlo.

 













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