Il Bondone ha sete: acqua da Trento

Una condotta di 5 chilometri rifornirà la montagna: costo 3,8 milioni


Luca Marognoli


TRENTO. Il Bondone è assetato. Colpa della forma delle rocce, che convogliano la gran parte dell'acqua su Lagolo, e della carenza cronica di sorgenti sul versante che dà sulla città. Un problema noto, spiegano a Palazzo Thun, dove si è deciso di intervenire con un maxi-intervento risolutore da 3,8 milioni di euro. Sarà Trento a dissetare la sua montagna, con una condotta di 5 chilometri e 300 metri che porterà in quota l'acqua attinta dalla rete di fondovalle.
L'allacciamento con il sistema idrico del Bondone sarà realizzato nelle vicinanze del ponte di San Lorenzo: tre stazioni di sollevamento di 300 metri ciascuna, poste a Piediastello, Sardagna e poco sopra Candriai, permetteranno di superare il dislivello. Ciascuna di esse sarà costituita da una vasca dalla quale l'acqua sarà prelevata con un sistema di pompaggio. Punto di arrivo il serbatoio in località Pra' della Fava: da lì partirà un collegamento a caduta che servirà anche Sopramonte.
«Si potrà integrare il sistema idrico del Bondone con una portata di 50 litri al secondo - spiega l'ingegner Michele Vettorazzi di Dolomiti Reti, progettista dell'opera - fino ad arrivare, se in futuro vi sarà la necessità, anche a 75-80».
Il bando di gara è in corso di predisposizione e si prevede di iniziare i lavori in primavera, per concluderli due anni dopo, nel 2013.
Le tubature sono già presenti in via Brescia: bisognerà scavare solo in via Verruca e in alcuni tratti della provinciale. La gran parte della condotta, infatti, sarà realizzata in zone boschive.
Il costo previsto è di 3 milioni e 800 mila euro, al lordo dell'Iva, dei quali 1,3 coperti da contributo provinciale, 150 mila euro versati dal Comune e il resto da Dolomiti Reti Spa.
Ma come si spiega una carenza d'acqua tale in Bondone? La risposta la dà il geometra Augusto Furlani, dirigente del servizio reti del Comune. «Il problema riguarda Sardagna e, soprattutto Sopramonte, dove parte dell'acquedotto negli anni scorsi è stato chiuso a causa della collocazione delle sorgenti troppo vicina alle abitazioni e quindi a rischio di contaminazione da parte degli inquinanti agricoli». Un problema di approvvigionamento, inoltre, ha interessato nell'estate del 2003 Vaneze e Vason. Non solo le acque confluiscono verso il versante opposto, ma le scarse risorse esistenti presentano una forte variabilità stagionale. «In poche parole l'acqua manca quando ce ne sarebbe bisogno», dice Vettorazzi. Il nuovo sistema sarà attivato solo in caso di bisogno ed è considerato l'unica alternativa alle autobotti.

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