I visitatori sono a quota 3 milioni e 200 mila 

Il 46% del budget si regge su biglietti, progetti e sponsor. Ottanta i “pilot” che si costituiranno in coop



TRENTO . Tre milioni e duecentomila visitatori (conteggiati al trenta giugno 2018, anche nelle sedi territoriali come il Giardino Botanico in Bondone o il Museo Caproni di Mattarello), con una media annua di quasi cinquecentomila: ecco il numero magico che segna il successo, forse in origine non sperato, del Muse. Quel numero spiega anche entusiasmo e soddisfazione espressi ieri mattina da tutti nella conferenza stampa di bilancio dei primi cinque anni, a partire dal direttore Michele Lanzinger. Accanto ai numeri relativi ai biglietti staccati, che dimostrano e quantificano la fortissima attrazione che il museo sa esercitare su visitatori e scolaresche di mezzo nord e centro Italia (il 24% dei visitatori è trentino o altoatesino, il 7% straniero), il presidente Marco Andretta ieri ha tenuto a ricordare anche il contributo di alta qualità dei collaboratori, dei circa duecentocinquanta che a vario titolo lavorano o studiano con e per il museo e naturalmente il presidente ha citato in particolare gli ottanta giovani laureati (con laurea è l’85% del personale), i famosi pilot, che muovendosi ai piani, fra la gente del museo, aiutano i visitatori ad orientarsi fra le tante informazioni e i percorsi di visita. Rispetto al prossimo passaggio della costituzione della cooperativa che li riunirà, permettendo loro di uscire dal precariato con contratti a tempo indeterminato, Lanzinger ha parlato di una nuova opportunità e di buoni accordi intercorsi con sindacati. La percentuale di gruppi e scolaresche è pari al 40% degli accessi, segno della capacità di offrire percorsi non noiosi, istruttivi, e strutturati. Lanzinger ha ancora una volta vantato con orgoglio la forte capacità di autonomia economica, con un autofinanziamento (biglietti, progetti, sponsor) pari al 46% del budget. L’indotto calcolato è pari a circa 7 milioni e mezzo di euro l’anno. La ricerca, di cui spesso al museo ci si vanta, e che però secondo alcuni commentatori è meno considerata della divulgazione e dei grandi eventi, insieme alla comunicazione, ha portato in questi primi cinque anni la struttura a collaborare con 142 enti di ricerca ed istituti dei quali circa ottanta internazionali. Fra quelli citati sono ben 95 i partner di ricerca e comunicazione trentini, a segnare quella territorialità che alla direzione sta a cuore difendere quanto l’internazionalizzazione. (mdt)















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