I trentini in vetta all'abuso di alcol

Meno vino e più superliquori. Molte le ragazze che alzano il gomito


Robert Tosin


TRENTO. L'allarme arriva dal Ministro della sanità che ha presentato la relazione sul consumo di alcol e sui problemi connessi dal punto di vista sanitario (malattie e ospedalizzazione) ma anche sociale (incidenti e atti di violenza): se cala il consumo di vino, aumenta in modo esponenziale quello dei superalcolici, soprattutto tra i giovani che in Trentino vantano il poco invidiabile record delle "sbornie". In aumento marcato l'abuso di alcol tra le ragazze. Ancora una volta la nostra provincia si insedia nelle parti alte della classifica dei consumatori d'alcol.

Le cifre parlano di un mantenimento delle posizioni, con dati ben al di sopra della media nazionale. A spiccare su tutti c'è il vizio di bere alcolici fuori dai pasti. Insomma, non è il classico bicchiere di rosso a tavola il problema, quanto piuttosto l'abitudine del 56,1% dei bevitori maschi e del 21,7% delle femmine di alzare il gomito in qualsiasi momento della giornata. Cifre altissime, superate solo dalla provincia di Bolzano, con la media nazionale sotto di almeno tre punti percentuale. Questa situazione porta le autorità sanitarie a indicare un'altidssima percentuale di bevitori a rischio, cioè di abitudinari che sono destinati a diventare alcolizzati cronici.

Questa condizione toccherebbe al 36,4% dei bevitori trentini e al 9,5% delle donne inclini al bere. Non solo. A livello nazionale questa situazione ha porttao ad un aumento di problemi sociali legati all'alcolismo: al di là del "classico" incidente stradale, cominciano ad aumentare i casi di omicidi, suicidi e violenze in genere provocati dall'abuso di alcolici. E' su questo aspetto che la relazione ministeriale si sofferma parlando della situazione trentina: «Nonostante gli indicatori sul consumo di bevande alcoliche risultino in linea con la media nazionale in entrambi i sessi, tutti gli indicatori relativi ai comportamenti a rischio risultano statisticamente superiori al dato medio italiano». In più, rispetto ad altre regioni, risulta anche che il Trentino non sia avviato ad una riduzione del fenomeno, come ad esempio sta succedendo in Veneto.

Crea allarme il fenomeno del momento, quello dei binge drinking, vale a dire quel vizio di bere diverse unità alcoliche (oltre le 6 dicono i criteri di valutazione) in un arco di tempo molto ristretto con lo scopo, più o meno cosciente, di arrivare alla sbornia che sempre più spesso degenera fino al coma etilico. Qui il Trentino è al terzo posto, superato in questo poco piacevole record da Molise e Bolzano. I maschi che passano la serata ad ubriacarsi sono il 24,4% dei bevitori, ma il dato più allarmante è quello della crescita sempre più alta delle ragazze (il 5,3%).

A conferma, se ce ne fosse bisogno, dei danni provocati dall'alcol anche e soprattutto dal punto di vista fisico, il Ministero nella sua relazione sottolinea anche l'alto tasso di ospedalizzazione che si registra in Trentino, giusto dietro a Bolzano e Valle d'Aosta, anche se, in linea con il trend nazionale, il dato è in diminuzione se non altro per le diverse attività territoriali e "diurne" attivate dai vari centri che combattono la dipendenza, oltre che per la tendenza generale a diminuire il ricorso ai ricoveri.













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