l’attesa

I trentini e l'“ansia da Vasco”: il 20 maggio «cosa succede in città?» Ianeselli: «Quel giorno lavorate da casa»

Il conto alla rovescia è iniziato e in una una parte della popolazione cresce l’inquietudine rispetto a quello che si potrà fare e cosa sarà “vietato” il giorno del concertone. Il suggerimento del sindaco fa arrabbiare molti cittadini (foto Ansa)

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di Luca Marognoli


TRENTO. Oh mamma, ho l’ansia da Vasco! Il mito di generazioni di italiani turba le notti di inizio maggio di molti trentini e trentine. Così, mentre il rocker di Zocca vola sulla città “benedicendo” la Trentino Music Arena e cresce l’eccitazione dei fans dopo l’avvio del countdown verso il concerto del 20 maggio, c’è una parte di città – laggiù sulla terra – che guarda verso l’alto e impreca. È il rovescio della medaglia del grande evento, che essendo grande ha anche – inevitabilmente- grandi detrattori, come ha dimostrato la ridda di polemiche (poco gradite dal cantante, come ha tenuto a far sapere il suo entourage) che in queste settimane hanno accompagnato l’avvicinamento alla “data zero”.

Fa parte del gioco, si dirà. Le incertezze legate ai costi dell’evento e alle autorizzazioni per l’agibilità della vastissima aerea di San Vincenzo, teatro del maxiconcerto dove l'allestimento del palco è già ultimato, hanno tenuto banco a lungo e non sono ancora sopite. Questo a livello politico. Ma c’è qualcosa che crea incertezza, talora inquietudine, talaltra furiose proteste, anche a livello popolare ed è “cosa succederà in città” quel giorno, il fatidico 20 maggio, per chi in città deve vivere e lavorare. Raggiungerà (sereno) il luogo di lavoro? Potrà andare (senza troppi patemi) a una visita medica? Riuscirà a tornare a casa, se pendolare, senza essere trascinato via da una fiumana di 120 mila persone come una barchetta travolta da una alluvione? Insomma, che ne sarà di noi il giorno del concertone?

In tanti se lo stanno chiedendo e per rassicurarli (ma non senza inquietarli allo stesso tempo), sono stati istituiti numeri verdi, piattaforme internet per prenotare i parcheggi, e verranno pubblicizzati, con sempre maggiore insistenza e frequenza mano a mano che ci si avvicinerà all’evento, informazioni di pubblica utilità su cosa aspettarsi e come comportarsi, soprattutto per la viabilità e gli spostamenti, il 20 maggio e i giorni immediatamente precedenti. Ma a dimostrazione che una parte di trentini viva l’evento con una - anche legittima - “apprensione”, ci sono le reazioni più o meno scomposte ad un invito che è, di per sé, un po’ inquietante a dirla tutta, del sindaco Franco Ianeselli, che ai suoi concittadini suggerisce: il giorno del concerto statevene a casa.

“Il 20 maggio chi può eviti di frequentare la città e scelga di lavorare da remoto. Cooperiamo perché anche questo grande evento riesca al meglio così come l’Adunata degli alpini del 2018 o gli Europei di ciclismo dell’anno scorso”, scrive il primo cittadino, dopo avere premesso che “per non avere imprevisti e contrattempi, è altamente consigliato informarsi in anticipo consultando il sito dedicato oppure, soprattutto per chiarire situazioni particolari, chiamando la polizia locale” e avere ricordato il numero di cui sopra (0461889400: segnatevelo!) “che può essere contattato per porre quesiti e dissipare ogni dubbio in merito alle limitazioni alla circolazione”.

Ebbene, quella che – nelle intenzione del sindaco – era sicuramente una sollecitazione a tenersi informati per evitare disagi, ha avuto soprattutto un effetto potentemente ansiogeno. Se non peggio, a giudicare dal tenore dei commenti. “Trovo come tante persone allucinante che per fare della musica, soprattutto per gente che non vive qui, si renda per tre giorni quasi inaccessibile o comunque molto difficilmente accessibile una città capoluogo”, protesta Maddalena. “Grazie al concerto, il 20 maggio non posso lavorare. Sono Tagesmutter e lavoro a casa mia a Trento sud e nessuna delle famiglie iscritte se la sentono di portare il loro bimbo a causa dei disagi alla viabilità”, lamenta Elisa. “Persino gli Ambulatori di Viale Verona devono chiamare le persone per spostare gli appuntamenti in altra data a causa del traffico che inonderà la nostra città”, denuncia Roberta. “Vi faccio tanti auguri... Un concerto in una città che ha solo due sbocchi (nord e sud) è una follia…”, si sfoga Claudio.

“Buongiorno, peccato che al numero di telefono indicato non rispondono… prima risulta essere libero e poi occupato... speriamo sia temporaneamente " fuori servizio"..”, si preoccupa Marilena. C’è anche chi vede il sindaco “accerchiato” e gli viene in soccorso, come Laura: “Si trova a gestire una situazione che non ha organizzato lui!!!”, dichiara. E qualcun altro che giudica l’arena (web, non “Music”) adeguata per far sapere di avere “a disposizione in pieno centro una casa che può ospitare 5 persone”.

Fino ad arrivare a reazioni più categoriche: “Si prevede un caos epico”, sentenzia Edoardo. Mentre Loretta sbotta: “Col cavolo che sto a casa!”.

Sullo sfondo la domanda: la “splendida giornata” che Vasco promette sarà tale per tutti? Lo sapremo dopo il 20 maggio. Intanto l’ansia cresce.













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