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I Sudtirolesi fanno il bis con l'ex Marangoni Meccanica

All’asta di Milano se l’è aggiudicata per 2,5 milioni una cordata guidata da Heinz Peter Hager: gli stessi attori dell’area rivana ex Cattoi


di Luca Marsilli


ROVERETO. Contro ogni previsione degli addetti ai lavori, che pronosticavano una ulteriore fumata nera, l’asta milanese del lotto ex Marangoni Meccanica di ieri ha avuto successo: per 2,5 milioni di euro si è aggiudicata il compendio a Lizzanella una cordata di imprenditori trentini e altoatesini, guidata dal commercialista bolzanino Heinz Peter Hager. Le società interessate sono la Winco Energreen di Bolzano e la Consolida di Arco: sono gli stessi attori della vicenda ex Cattoi a Riva del Garda. «Ma non c’è nessuna relazione - chiarisce lo stesso Hager - se non il fatto che crediamo nelle potenzialità del Trentino. E nello specifico sia di Riva del Garda che di Rovereto. Ovviamente servirà ragionare su come sfruttare al meglio, per il bene di tutti, questi due aree strategiche e servirà che anche l’ente pubblico faccia la propria parte, ma noi siamo pronti a fare la nostra: ci crediamo e lo abbiamo dimostrato investendo su queste due città».

Parlando di Rovereto. Quell’area è stata da sempre riconosciuta di enorme interesse dal punto di vista strategico per la posizione, nel tratto di statale negli ultimi anni “alleggerito” di traffico della bretellina Ai Fiori, e per le dimensioni: 18 mila metri quadrati. Quando la Marangoni Meccanica si era trasferita e quel compendio era finito sul mercato, la Lacos Spa (una società facente capo al costruttore gardesano Lazzara) l’aveva acquistato per 12 milioni di euro. Era arrivata fino alla progettazione, in una gestazione per la verità molto complicata, ma si ragionava comunque su due parti commerciali, 200 appartamenti, un parco e tutti i servizi annessi, tra i quali un parcheggio da 300 posti auto.

Non se ne fece nulla perché la crisi generale e quella ancora più acuta del settore immobiliare erano sopraggiunte prima che si passasse al cantiere. La Lacos Spa - sede a Milano, e per questo l’asta si è tenuta là - è fallita e ora si ricomincia. Con quale progetto? «È presto per parlarne - dice Hager - se non per le nostre intenzioni: progettare un percorso di riqualificazione dell’area che, garantendo chiaramente il ritorno economico proprio di qualsiasi iniziativa imprenditoriale, risponda nel contempo anche alle esigenze urbanistiche, economiche e sociali di un territorio, quello roveretano, oggi in fase di cambiamento ed espansione».

Il progetto Lacos prevedeva molto residenziale e una parte commerciale. «È inutile parlarne perché è un progetto vecchio, figlio di tempi diversi. Rovereto negli ultimi 15 anni è cambiata radicalmente: oggi rappresenta un hub di conoscenza e innovazione, di cui ad esempio il Mart, Progetto Manifattura e l’Università sono esempi concreti. Sono nuove realtà che sono anche portatrici di esigenze nuove, cui bisogna dare risposte che consentano di realizzarne appieno le potenzialità. Siamo convinti che il progetto per l’area ex Marangoni dovrà tenere conto di questi sviluppi».

E quanto alla collocazione specifica dell’area all’interno del tessuto urbanistico cittadino: «Vogliamo trovare soluzioni - aggiunge Hager - per dare alla città una nuova porta d’ingresso, degna di questo nome e al servizio dei cittadini, dell’economia e dell’intera città».

Quindi i primi passi? «Prima di tutto, ma è un discorso per l’immediato, sappiamo che ci sono stati dei problemi di sicurezza legati a quell’area: non ce ne saranno più. Il primo impegno sarà eliminare i pericoli. Ma andando un po’ più in là, dovremo sederci a un tavolo con l’amministrazione comunale e ragionare. Su cosa e quanto realizzare su quell’area, ripeto nell’interesse dell’intera città. Abbiamo già avuto i primi contatti con la giunta, di cui apprezziamo la professionalità e l’apertura ad un confronto proficuo: contiamo di arrivare insieme ad una soluzione sostenibile ed aggiornata che aderisca alle esigenze di tutti gli attori in campo».

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