«I siciliani se la spassano e voi pagate il conto»

Mieli loda il Trentino: «Un miliardo allo Stato, nessuno dà così tanto» Festa dell’autonomia: «Autogoverno vero antidoto a guerre e violenze»


di Chiara Bert


TRENTO. «Per quello che fanno con l’autonomia i siciliani, voi trentini pagate un prezzo altissimo. Loro se la spassano e voi pagate il conto». Lontane anni luce le accuse di privilegi e sperperi, così come le polemiche sui vitalizi d’oro ai consiglieri regionali. Paolo Mieli, storico e giornalista, ex direttore del Corriere della Sera, sorprende perfino i più strenui sostenitori dell’autonomia con la sua arringa finale di lodi al Trentino, «che dà allo Stato un miliardo, più di un quinto del vostro bilancio, più di chiunque altro». Aggiunge i complimenti «da turista»: «Le strade migliorano dove finisce la gestione dell’Anas». E chiude: «Sarebbe ora che qualcuno venisse qui a rendere giustizia di troppe leggende che si sono insinuate nel Dna del Paese. L’autonomia è una delle gemme che reggono l’Italia e voi ne avete tenuta alta la bandiera. È tempo che la vostra storia diventi storia nazionale, fuori dai confini trentini».

La lectio magistralis di Mieli chiude la parte ufficiale della Giornata dell’autonomia. Nella splendida sala Depero affrescata e zeppa di autorità, la platea (di posti riservati) è quasi tutta al maschile tra politici vecchi e nuovi e rappresentanti istituzionali e delle categorie economiche, in prima fila i parlamentari, il vescovo e il sottosegretario Bressa. Le donne già sono poco rappresentate e alcune (come Sara Ferrari e Donata Borgonovo Re) hanno deciso di non partecipare per protesta contro la mancata presenza femminile tra i relatori.

Nel 69° anniversario del patto Degasperi-Gruber, tocca alle più alte cariche istituzionali ricordare il significato dell’autonomia trentina e le sfide dell’oggi. A cominciare dal modello di dialogo, convivenza e riconoscimento delle minoranze che l’autogoverno può rappresentare «in un mondo lacerato dalla violenza e dalle guerre», ricorda Nicola Pifferi presidente della Consulta degli studenti, conquistando l’applauso più sentito. Le masse di profughi che premono dai Balcani e dal Mediterraneo per cercare una nuova vita in Europa oggi interrogano tutti. Ne parla nel suo intervento il presidente del Consiglio delle autonomie Paride Gianmoena: «Non è certo chiudendo frontiere, costruendo muri, marchiando le persone che si potranno frenare processi globali come quelli che stiamo vivendo».

Ed è di nuovo Paolo Mieli a ricordare che «l’autonomia è l’unica risposta e antidoto alle violenze di pulizie etniche e migrazioni forzate», «l’architettura della convivenza, come dimostrarono gli imperi prima di essere travolti dal primo conflitto mondiale e dalla tossina del nazionalismo, è l’unica che fa reggere gli Stati».

Ecco allora il valore, quasi 70 anni dopo, dell’accordo tra Degasperi e Gruber che consegnò l’autogoverno al Trentino Alto Adige ed evitò il precipitare in una nuova sanguinosa guerra.

«Ma quel patto, che ha prodotto un modello di tolleranza e sviluppo, oggi va riempito di nuovi contenuti», avverte il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti, «un nuovo patto sociale contro i populismi, il rancore e l’indifferenza», e «un modello di sviluppo che investe in cultura e ricerca, buona occupazione e welfare inclusivo, autostrade digitali e non reali (ovvero la Valdastico, ndr)».

Il governatore Ugo Rossi cita il volontariato, gli usi civici, il sistema di protezione sociale e il senso di solidarietà e accoglienza come tratti distintivi dell’autonomia e rivendica: «Abbiamo dimostrato di meritarcela facendola funzionare bene, mentre da anni subisce attacchi ingenerosi». Parla di consapevolezza, orgoglio e coraggio: «L’autonomia si difende giorno dopo giorno, impegnandosi per premiare il merito, sostenere chi rischia in prima persona, valorizzare competenze e professionalità, aprirci di più all'internazionalizzazione, proseguire sul cammino dell'innovazione, delle nuove tecnologie e dell'incentivazione delle capacità di intrapresa dei giovani». Infine ricorda a tutti che «la festa dell’autonomia è una festa popolare». Quindi via, tutti a pranzo sotto il tendone degli alpini: polenta, salsicce e formaggio per 700 persone.

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