I Rom lasciano Borgo l’ordinanza è rispettata

Il capofamiglia Paolo Losetto: «Siamo cittadini italiani e obbediamo alle leggi Servono campi sosta: vogliamo fermarci, lavorare e mandare a scuola i figli»


di Paolo Silvestri


BORGO. Le roulotte, le due ultime rimate nel parcheggio di fronte al centro sportivo, sono attaccate alle auto. Fuori, seduto da una sedia sdraio, Paolo Losetto, con accanto i suoi familiari, attende che arrivo le tre, di un soleggiato pomeriggio d’agosto, per salire in macchina, accende il motore e lasciare, mezz’ora prima dello scadere del limite imposto dall’ordinanza (per motivi igienico sanitari) emessa dal sindaco Fabio Dalledonne, il territorio comunale di Borgo. Nel piazzale, mentre Losetto spiega la propria situazione, arriva una pattuglia della polizia locale. Il clima è disteso. «Ce ne andiamo tra poco», dice Paolo Losetto. «Va bene - rispondono i due agenti -. Ripassiamo dopo». «Non ci troverete», aggiunge Loseto.

L’ordinanza di sgombero emessa dal sindaco di Borgo è stata dunque rispettata. «Lo facciamo sempre - ribadisce Losetto -. Siamo Rom, ma siamo nati in Italia e siamo cittadini italiani e rispettiamo le leggi dello Stato». Parole queste quasi scandite per fare in modo di non essere frainteso.

Losetto ed i suoi familiari sono giunti a Borgo venerdì alle 11 e mezzo del mattino. «Le leggi italiane ci lascerebbero 48 ore di sosta, ma qui sono solo 24», aggiunge. La carovana era composta da altre tre roulotte che ieri nel primissimo pomeriggio era già partite alla volta di chissà dove. «Anche se siamo italiani non ci accettano, non ci vogliono», sbotta Losetto, che aggiunge: «Sono due anni che giriamo senza sosta. Fino ad allora eravamo a Gussago in provincia di Brescia. Erano 14 anni che vivevamo in campo abusivo che però aveva acqua e luce con relative bollette che pagavano. Poi le cose sono cambiate e siamo stati sfrattati dal Comune che poi ha venduto quei terreni. Per noi Rom là non c’è più stato un campo dove vivere. E dire che erano già stati stanziati 65mila euro per realizzarne uno».

«Siamo disposti ad affittare a pagamento dei terreni da privati pur di poter trovare un posto dover fermarci e mandare a scuola i nostri figli», sottolinea Mirka Campos, uno dei componenti il gruppo Rom. «Sì, perché se riusciamo a fermarci noi lavoriamo - aggiunge Paolo Losetto -. Io pulisco stalle, faccio il muratore, ma se devo cambiare posto ogni giorno come posso trovare un lavoro? Noi non rubiamo, rispettiamo gli altri, siamo cattolici e rispettiamo le leggi. Quello che chiediamo è che vengano realizzate strutture. In Francia e Germania ce ne sono in tutte le città sia per transito che per sosta. Qua sono pochissime. A Scorzè, in Veneto, ce n’è una, puoi rimanere un mese, ma poi via... Siamo circa 500/600 famiglie Rom ad essere costrette a questa vita». E ora? «Ringrazio il sindaco per l’ospitalità di un giorno e partiamo verso il Veneto, poi si vedrà», conclude Paolo Losetto.

Intanto ieri la Lega Nord, con un documento a firma di delle segretaria della sezione comunale Stefania Segnana, ha espresso il proprio appoggio al sindaco Dalledonne nei confronti dei nomadi presenti sul territorio comunale.

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