«I ragazzi, la sua seconda famiglia»

Corrado Valcanover ricordato dai colleghi educatori nella casa di viale dei Tigli: «Li trattava come dei figli»


di Luca Marognoli


TRENTO. Uno dei più piccoli, otto anni, gioca al pallone con un educatore nel prato di fronte al gruppo famiglia di viale dei Tigli. Sono quasi le 5: arriva un ragazzo più grande e il bambino gli chiede: “Lo sai che è morto il Corrado?”. L'altro gli risponde di sì, ma poi si riprende subito con i dribbling. La vita continua e i minori (dagli 8 ai 18 anni, italiani e stranieri) accolti al primo piano del bianco stabile Itea devono essere protetti e aiutati a superare anche questo momento.

I quattro educatori, due uomini e due donne, hanno dato loro la brutta notizia al mattino, dopo la sveglia. Corrado Valcanover, il coordinatore, era rimasto vittima di un terribile incidente mentre tornava a casa in sella alla sua moto dalla strada della Fricca. «Le reazioni si possono immaginare», dicono gli altri operatori. «Tutti noi siamo scioccati e oggi a pranzo nessuno aveva fame… Sono arrivate tantissime chiamate, anche da persone che Corrado l'avevano incontrato solo una volta. Numerose quelle dei genitori dei ragazzi. Anche noi stringiamo in un abbraccio la moglie e i figli».

Si faceva volere davvero bene, Corrado. Dai colleghi e, soprattutto, dai ragazzini, che erano in cima alle sua priorità. «Aveva un bel modo di stare con i ragazzi, come se fossero i suoi figli. Questa era la sua seconda casa. Spesso veniva qui fuori dai suoi orari: ce li aveva davvero a cuore. Anche se era il coordinatore, era il primo a mettersi in gioco e questo per noi è sempre stato un esempio importante».

Dopo un periodo trascorso negli uffici dell'Appm, Valcanover aveva deciso di tornare a vivere con i ragazzi nel novembre del 2013. «Qui non ci sono festivi, li seguiamo 24 ore su 24, 365 giorni l'anno. È un lavoro impegnativo e per farlo devi avere tante competenze: saper gestire la casa, fare la spesa con loro (per fargli capire il valore delle cose), avere una capacità educativa ed essere in grado di sbrigare pratiche burocratiche».

Anche se i minori le loro famiglie le hanno, si diventa un po' come dei papà e delle mamme “aggiuntivi”: «Si cerca di ricreare un clima il più familiare possibile: i ragazzi vengono da situazioni turbolente e hanno bisogno di un ambiente accogliente, con degli adulti di riferimento che li aiutino in tutto. Proprio come dei genitori. Si va dalla sveglia al mattino all'accompagnamento a scuola, dall'aiuto nei compiti ai giochi, fino all'uso consapevole di cellulari e videogiochi. Normale che si crei un rapporto affettivo forte». E qui Corrado era maestro. «Avendo questa indole buona, i ragazzi lo cercavano molto. Era uno juventino sfegatato e guardavano con lui le partite di calcio in tv. Il fatto che avesse imparato diverse parole in albanese e arabo gli permetteva inoltre di avere un canale preferenziale con gli stranieri. Stabiliva un rapporto padre-figlio fin da subito. La severità? Anche quella è indispensabile nel nostro lavoro di educatori... Ma conta molto assecondare le passioni dei ragazzi, per accrescere in modo positivo le loro attitudini: c'è chi va a judo e anche chi ha fatto il volontario nella Croce rossa. Cerchiamo di creare rete sul territorio. Poi ci sono le attività promosse dall'Appm, come il teatro e la musica, che si possono praticare nei centri diurni».

Per Paolo Cavagnoli, presidente onorario di Appm, la scomparsa di Corrado è una grave perdita: «In mattinata sono andato al cimitero per rendergli omaggio - spiega - però non si poteva ancora accedere per divieto della magistratura. C'era la moglie, che insegna all'Enaip di Villazzano ma era impegnata per le pratiche e allora ho parlato con la cognata. Il problema più grosso sono i bambini, di 8, 4 e 2 anni. Per fortuna i nonni sono abbastanza giovani».

L'associazione farà la sua parte: «Mi sono confrontato con il direttore Paolo Romito e il nuovo presidente Mario Magnani. Stiamo pensando di fare qualcosa per ricordarlo: un fondo di solidarietà per la famiglia o una borsa di studio. Ma la decisione non si può prendere troppo a caldo».

I funerali si terranno giovedì a ora da definire. «Corrado era uno degli educatori storici - gli dedica un ricordo speciale Cavagnoli - ed era apprezzato anche per il suo stile nel modo di fare, non debordava mai. Un signore: lo avevano definito così».













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