I prezzi tornano a salire: più 2 per cento

Siamo al livello dell'estate 2009. Il preside Collini: «Può essere un segnale di ripresa»


Jacopo Tomasi


TRENTO. L'inflazione torna ad impennarsi. A dicembre, a Trento, l'indice dei prezzi è aumentato del 2% rispetto allo stesso mese del 2009 e dello 0,5% rispetto al dato del novembre 2010, assestandosi su un tasso medio dell'1,7%. I prezzi, dunque, tornano a salire, ma la notizia non è del tutto negativa. «Può essere un segnale di ripresa», commenta il preside di Economia Paolo Collini. Nel pieno della crisi, tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010, i prezzi in Trentino, come nel resto d'Italia, erano bloccati. Il tasso medio d'inflazione aveva toccato la quota storica dello zero per cento: nessuno spendeva, i consumi erano paralizzati ed i prezzi non salivano.

Adesso i dati sono tornati sulle cifre dell'estate 2009, mesi di giugno e luglio, quando l'inflazione viaggiava attorno al 2%. Un segno chiaro che, da qualche mese a questa parte, i prezzi stano tornando a crescere. E la dinamica, come spiega il preside della facoltà di Economia dell'Università di Trento, Paolo Collini, non è del tutto negativa: «Può essere un segnale di ripresa economica perché significa che le famiglie stanno tornando ad acquistare e, di conseguenza, i prezzi stanno prendendo una dinamica più normale», dice Collini. Insomma, anche se in modo flebile, la luce pare si intraveda in fondo al tunnel. In Trentino i dati sono leggermente migliori rispetto a quelli nazionali, dove l'inflazione fa segnare un più 1,6 per cento.

«Per diversi motivi - continua Collini - il sistema dei prezzi in Trentino è diverso dal resto del Paese. In provincia il sostegno all'economia, attraverso aiuti a famiglie e imprese durante la crisi, è stato più forte e, di conseguenza, anche nei mesi più duri si è registrato un calo inferiore della domanda che adesso ci può far dire che stiamo un po' meglio degli altri». C'è, però, un altro aspetto per il quale i prezzi, in Trentino, sono un po' più alti. E questo non è proprio positivo. «Il nostro sistema di distribuzione commerciale - sottolinea il preside - per motivi geografici e logistici è meno efficiente rispetto ad altre realtà e, di conseguenza, questo fa sì che i prezzi dei beni in vendita siano leggermente più alti».

Prendendo in considerazione i singoli capitoli di spesa, sono tutti contraddistinti dal segno "più" sia se confrontati col novembre 2010 che con il dicembre 2009. Forse anche perché dicembre è un mese particolare per i consumi, con la caccia delle famiglie ai regali di Natale che dà un'iniezione di fiducia ai commercianti. Fatto sta che uno dei pochi dati in calo, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, è quello relativo alle comunicazioni (-0,6%), come segnalato dal Servizio statistica della Provincia. Gli altri segni meno, sono nei prezzi del settore istruzione (-1,3%, in controtendenza rispetto al dato nazionale che segna un aumento del 2,5%) e in quello di "ricreazione e cultura", calato di un piccolissimo -0,1%. Tutti gli altri sono in netta crescita, soprattutto rispetto a dodici mesi fa.

L'aumento più significativo riguarda i trasporti (+4,8%), seguito dai costi per abitazione, acqua, elettricità, combustibili (+3,7%), alberghi e pubblici esercizi (+2,4%) e bevande alcoliche-tabacchi (+2,3%). In alcuni casi questi aumenti sono la conseguenza di ritocchi verso l'alto di tariffe pubbliche, come per i trasporti ed i rifiuti. Gli aumenti meno sensibili si sono registrati nei servizi sanitari (+1,5%), nei prodotti alimentari (+1,3%), nel settore dei mobili e dei servizi per la casa (+0,7%) e nel settore abbigliamento-calzature (+0,3%). Per quanto riguarda invece il tasso medio, nella hit parade dei settori che hanno avuto l'incremento maggiore ci sono sempre i prezzi dei trasporti (+4,4%), istruzione (+2,8%) e bevande alcoliche e tabacchi (+2,8%). Con la speranza che, per le nostre tasche, il 2011 non veda ulteriori fiammate verso l'alto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano