I lavoratori della Fiorito in «cassa» per un anno

I sindacati firmano l’accordo per i quaranta dipendenti della ditta di costruzioni Preoccupazione per la sua sopravvivenza: «Serve una iniezione di liquidità»



ROVERETO. Tutti i quaranta dipendenti della ditta “Costruzioni Fiorito” sono stati ammessi alla cassa integrazione straordinaria, che durerà un anno. Gli altri cinque del personale mensa, inquadrati con contratto del settore turismo, riceveranno invece la cassa integrazione in deroga. La proposta dei sindacati (Del Prete della Cgil, Beber della Cisl e Giaimo della Uil) è stata sottoscritta ieri mattina durante l'incontro svolto al Servizio Lavoro di Trento, al quale hanno partecipato anche il liquidatore interno della società di costruzioni, Stefano Bianchin, l'avvocato Andrea Tomasi e il consulente Paolo Fortuna. Non c'era il titolare dell'azienda, Giuseppe Fiorito. La cassa integrazione straordinaria scatterà da lunedì prossimo per 34 operai e 6 impiegati, mentre la Fiorito costruzioni – a quanto pare - è destinata ad un ridimensionamento. «La ditta esiste ancora – hanno spiegato i legali della Fiorito nell'incontro di ieri mattina – ma servirebbe un'iniezione di liquidità, se arrivassero i soldi dello stato di avanzamento dei lavori, per pagare stipendi e fornitori».

Per questo motivo, dopo la metà di agosto, i sindacati si sono dati un altro appuntamento con il liquidatore della società che dovrà presentare un quadro complessivo aggiornato sui crediti che vanta la società costruttrice nei confronti degli enti pubblici. I dipendenti – stando a quanto raccontano i sindacati – non ricevono stipendio dal mese di aprile. «Nelle ultime due settimane, visto il vento che tirava, una decina di loro si sono dimessi per giusta causa. Erano soprattutto operai stranieri».

La cassa integrazione scatterà da lunedì per cessazione di attività, spiegano i sindacati. L’idea di fondo, presentata dai consulenti e dall’avvocato, è quella di terminare i cantieri importanti in corso, quelli che possono permettere all’azienda di incamerare i soldi necessari per pagare fornitori e lavoratori. «L’azienda, come ci spiegava l’avvocato Tomasi, esiste ancora, ma funziona ai minimi termini, basterebbe un po’ di ossigeno, sotto forma di denaro, per dargli una boccata, sufficiente a pagare i debiti verso terzi». Sulle cause della crisi dell’azienda, i sindacati hanno cercato di avere chiarezza, «ma il liquidatore non ci ha ancora chiarito la situazione» spiega Pasquale Del Prete della Cgil. Entro il 20 agosto, il liquidatore fornirà le sufficienti certezze. La “Fiorito costruzioni” in città ha ancora un paio di cantieri, ma stanno andando verso la loro naturale conclusione. In provincia, invece, ne ha un’altra ventina, fra pubblico e privato. «Ma non c’è speranza che riprenda a vivere la ditta, ci ha detto l’avvocato, la crisi è profonda ed è difficile che si risollevi», ha concluso amaro Del Prete della Cgil. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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