I ladini: "Fuori Moena dalla valle di Fassa"

Talmon ora presenta un esposto: "Vanno rivisti i confini della ladinità"


Gilberto Bonani


VALLE DI FASSA. Un tempo Emilio Talmon, fondatore del movimento Autonomia Ladina Dolomites, puntava alla unificazione di tutti i ladini per correggere l'errore della divisione delle valli del Sella in tre province e due regioni. Ora, alla sua storica battaglia ne affianca una più localistica: la secessione della valle di Fassa da Moena, territorio ritenuto non ladino.
Dagli interventi in Comunità di valle ora è passato alle carte bollate. Con una lettera - esposto il consigliere invita le autorità competenti a correggere le cartine, mappe e atti prodotti dall'Istituto Culturale Ladino di Vigo di Fassa riportando i corretti confini storici della Valle di Fassa che un tempo escludevano Moena.
C'è anche l'invito a «indagare per qualsivoglia fattispecie criminosa che possa (o potrebbe) aver comportato elusioni, omissioni o quant'altro a carico di chiunque abbia (o potrebbe aver) collaborato a redigere documentazione cartacea e mappale che ha determinato l'attuale situazione (Moena ricompresa in Val di Fassa)». Il documento conclude invitando la magistratura a «perseguire gli eventuali rei e correi».
A suffragare la sua tesi Emilio Talmon allega documenti come la mappa catastale storica di Cavalese del 1860 e la carta di Peter Anich del 1774. Per Emilio Talmon ci sono anche "prove" più recenti: «E' innegabile - scrive il consigliere - che Moena appartiene al comprensorio sciistico Tre Valli. Con lo skipass Val di Fassa però non si può sciare al San Pellegrino - Lusia. La caccia, i vigili del fuoco, la parrocchia, la scuola, beni territoriali e boschivi sono condivisi con la Val Fiemme e non con la Val di Fassa. Gli associati dell'associazione pescatori della Valle di Fassa possono pescare solo fino a metà della diga di Soraga. Per pescare a Moena si è costretti pagare la quota giornaliera all'associazione pescatori della Valle di Fiemme. Analogo discorso per la raccolta dei funghi. Moena è compresa nell'ambito della Valle di Fiemme e non di Fassa. La Fata delle Dolomiti - conclude Talmon - parrebbe pertanto non aver alcun diritto ad essere collocata in Val di Fassa».
La secessione perorata da Emilio Talmon (con "prove" che faranno discutere), sembra non preoccupare Moena e i suoi cittadini (come si capisce dalle dichiarazioni del sindaco che riportiamo separatamente). L'accanimento con cui il rappresentante di Canazei chiede la cancellazione di Moena dal territorio ladino viene interpretata come una ricerca di visibilità, per bilanciare la situazione di isolamento all'interno del Comun general.
La polemica, cavalcata pervicacemente da Talmon, trova qualche eco in chi non si dà ragione della doppia appartenenza di Moena alla Valle di Fassa e alla Magnifica Comunità di Fiemme. Non solo. La capacità di aver "occupato" ruoli chiave nella vita amministrativa, culturale ed economica di valle (Cristina Donei, procuradora cioè presidente di comunità, Luigi Chiocchetti, consigliere provinciale, Fabio Chiocchetti, direttore Istituto culturale ladino, Carlo Vadagnini, presidente della potente Cassa rurale Val di Fassa e Agordino, Riccardo Franceschetti fino a poco tempo fa presidente Apt) può avere suscitato qualche "mal di pancia" di cui Talmon si fa interprete. Dal canto loro i moenesi si "sentono" ladini e lo testimoniano con la partecipazione costruttiva alla costruzione politica, amministrativa e culturale della valle non negando il ruolo di "cerniera" con la vicina Fiemme che la Storia le ha assegnato da 900 anni.

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