I dubbi sulla fuga di M49 e il grido d’amore per JJ4 

La protesta a Cles. In piazza Battisti un piccolo gruppo di animalisti è sceso per strada per manifestare contro l’ordinanza di abbattimento dell’orsa al grido “Trentino assassino”


Valentina Leone


Cles. Al grido di “Trentino assassino”, “siamo tutti mammiferi” e “no alla dittatura onnivora” un piccolo gruppo di animalisti dell’ala più oltranzista ha manifestato ieri in piazza Battisti, a Cles, per opporsi all’uccisione dell’orsa JJ4, resasi protagonista di un attacco a due cacciatori nonesi, padre e figlio, ormai alcune settimane fa sul monte Peller e per questo destinataria di un’ordinanza di abbattimento firmata dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Nel frattempo va detto che il Tar ha confermato la sospensiva dell’ordinanza, accogliendo il ricorso degli animalisti, «ma noi non ci crediamo, pensiamo sia solo un modo per prendere tempo: certo, meglio di niente, ma ormai è una tradizione trentina quella di uccidere gli orsi senza considerare che l’animale è nel suo habitat. Noi non siamo contenti, e siamo sicuri che poi ci sarà comunque l’ordinanza di abbattimento, anche i giudici alla fine daranno l’ok: è tipico dell’andamento del pensiero trentino», ci dice un’attivista di 100% animalisti, una delle associazioni che ieri ha preso parte al sit-in insieme a Fronte animalista, Animalisti italiani, Avi e Oipa, con una ventina di manifestanti presenti datisi appuntamento da tutta Italia.

Durante la manifestazione non sono mancati momenti di nervosismo: all’ennesimo coro in cui 500.000 e rotti abitanti di una provincia venivano apostrofati come “assassini”, davanti agli sguardi attoniti di ciclisti di passaggio, famiglie e bambini fermatisi ad ascoltare, un anziano ha pensato di dire la sua a voce alta. I manifestanti però non l’hanno presa bene e hanno risposto per le rime, col risultato che l’incauto signore ha poi dovuto consegnare un documento d’identità alle forze dell’ordine. A situazione rientrata, però, ci spiega: «Guardi, io sono un forestale in pensione, e gli animali li ho sempre difesi: non mi piace questo generalizzare, se anche queste persone avessero parzialmente ragione così facendo si stanno mettendo automaticamente dalla parte del torto». Intanto qualcuno in possesso del megafono ci tiene a dire che «non dovete sentirvi offesi se vi diamo degli assassini». Assolutamente, anzi. «Noi lo facciamo perché voi dovreste essere con noi». Ma poi qualcuno aggiunge anche che «voi vi siete presi i soldi, i soldi, e adesso li volete uccidere tutti questi animali! Trentino assassino!». Intanto nel viavai di persone qualcuno chiede ai carabinieri come sia possibile che si svolga una manifestazione con contenuti del genere, ma la risposta è che «anche questa è democrazia».

Oltre ai dubbi su quanto decideranno i giudici in futuro sull’orsa JJ4, gli animalisti ritengono anche poco credibile la nuova fuga di M49: «Ma secondo voi un orso scappa per due volte da una prigione? La verità è che l’avete ammazzato già lo scorso anno, e queste sono tutte scuse per coprire questo atto crudele! Chi non combatte è complice!». In sottofondo i cori vengono dedicati ai cacciatori e a Maurizio Fugatti, puntualmente coperto di insulti, poi qualcuno interviene per dire che «nessuno vuole venire più in Trentino e il vostro ridere - urla un manifestante rivolto ai passanti - rispecchia la vergogna dell’io». Arriva intanto un’altra notizia: «Da quattro anni le province non esistono più ma loro si nominano e governano lo stesso: Fugatti non è stato votato, Rossi idem. Si mettono d’accordo tra sindaci». A questo punto anche tra i manifestanti vengono sollevati dei dubbi, non fosse altro che tra questi vi sono anche alcuni trentini e parrebbe un po’ impossibile che due tornate elettorali possano essere state nient’altro che un’allucinazione collettiva. Ma alla fine si passa ad altre considerazioni, dai cartoni animati come Peppa Pig colpevoli di instillare «convinzioni sbagliate nei bambini rispetto agli animali», ad una riflessione conclusiva sul perché ci sia così tanta difficoltà nel rapportarsi con gli orsi: «Questi animali hanno la sfortuna di avere sembianze diverse da noi, anche se hanno una sensibilità molto più spiccata, sentono quello che noi nemmeno sentiamo. Noi facciamo questo per loro, siamo qui per loro, sapendo che non potranno dirci grazie».













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