I dintorni di Trento non piacciono più

Presentata ieri la Guida Casa 2013: Pergine, Sopramonte, Cadine non sono più convenienti. Crolla il prezzo dell’usato


di Daniele Peretti


TRENTO. Non tira più l'acquisto di immobili lontano dalla città. Il risparmio è vanificato dai sempre maggiori costi di trasporto, ma anche dall'aumento dei costi al metro quadro delle zone più gettonate. Si rivaluta così il centro e le richieste di mercato sono simili a quelle dell'anno scorso, calano quelle della periferia e crollano i valori degli immobili, non in regola con le certificazioni energetiche. É questa la valutazione del mercato immobiliare, emersa durante la presentazione della diciottesima edizione della “Guida Casa 2014”,organizzata alle Albere dalla Fimaa. Dice il presidente Severino Rigotti: «Siamo di fronte a valori di mercato che, per il nuovo, si discostano di poco da quelli dell'anno scorso. Le nuove regole, ma anche i maggiori sacrifici che accompagnano un investimento immobiliare, portano ad un acquisto più attento, tanto che il mercato dell'usato è calato del 30%. Se solo l'anno scorso si acquistava lontano dalla città, oggi si fanno scelte diverse».

Non si parla di mercato immobiliare in perdita? «Direi che ci sono i presupposti per guardare con fiducia al 2014. Il mercato paga i tanti invenduti del 2007 e del 2008, quando i costi dei terreni erano altissimi e di conseguenza oggi si vende in perdita». Le aree più costose si confermano centro storico, Bolghera e prima collina.

Il 2013 è stato l'anno dell'intervento pubblico a supporto del settore edilizio: per il 2014 cosa chiedete alla Provincia? «Non più contributi generalizzati, che finivano per accontentare poche persone, ma piuttosto che dalla Provincia arrivi una garanzia che faciliti la concessione dei prestiti. A quel punto, quelli spesi non sarebbero più soldi a fondo perduto, ma ci sarebbe un ritorno economico».

Si è discusso del progetto delle Casse Rurali di costituire una società immobiliare che si sarebbe occupata dell'acquisizione, vendita e finanziamento degli immobili. «Le banche non vogliono diventare immobiliaristi. É vero, quella della società è stata un'ipotesi discussa, ma anche accantonata perché non rientra nel nostro spirito. Noi non siamo proprietari diretti degli immobili e speriamo di non diventarlo mai, ma siamo titolari di un'ipoteca e se il finanziamento va male, subiamo le aste, che non offrono più valori di recupero certi. Ci vorrebbero, invece, dei valori d'asta garantiti, eliminando i troppi ribassi».

Dall'assessore provinciale all'urbanistica Daldoss alcuni concetti chiari: «Il passato è irripetibile: sono stati 850 i milioni investiti tra edilizia pubblica e privata! Completeremo solo l'investimento di 150 milioni per l'acquisto di alloggi a canone moderato. Puntiamo ad una maggiore flessibilità degli investimenti, con i Comuni che sceglieranno se investire sugli affitti agevolati o sulla prima casa . Non ci potremo più permettere investimenti spot anticongiunturali». Sono questi, invece, gli obiettivi fissati dal vicesindaco Biasioli: «Ci sono 1 milione di metri cubi, corrispondenti a 5000 appartamenti, inutilizzati: tutti terreni da recuperare o da riqualificare. Il 2014? Sarà l'anno del nuovo piano commerciale, nel quale prevederemo lo spazio anche per i grandi siti. Saranno accantonati definitivamente progetti troppo costosi, come l'interramento della ferrovia e dovremo pensare a nuovi collegamenti per il trasporto pubblico. Con il Consorzio dei Comuni, vorremmo arrivare ad un regolamento edilizio provinciale». Sono questi, invece, gli obiettivi fissati dal vicesindaco Biasioli.

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