costi della politica

I consiglieri si aumentano i rimborsi

Spese per corsi di formazione e di lingue: via il tetto dei 20 giorni all’anno, il contributo per l’iscrizione sale dal 20 al 30%


di Chiara Bert


TRENTO. Si sono tagliati l’indennità (anno 2012, scesa a 5400 euro netti al mese) e hanno provato (per alcuni male, e solo in parte) a rimediare allo scandalo vitalizi che avevano creato (luglio 2014). Ma sempre, almeno da parte di qualcuno, con un occhio ben attento al portafoglio.

Per i consiglieri regionali - un po’ più poveri per retribuzione e pensione - è in arrivo infatti un piccolo premio di consolazione: potranno frequentare corsi di formazione e soggiorni studio linguistici un po’ più lunghi, anche più di 20 giorni all’anno, e la Regione pagherà loro il 30% (prima era il 20) della quota di iscrizione.

Lo ha deciso l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale il 16 luglio scorso, appena due settimane dopo il varo della contestatissima riforma dei vitalizi: regole più flessibili per garantire la formazione dei consiglieri, e cordoni della borsa allentati per assicurare un rimborso un po’ più sostanzioso per chi vorrà migliorare le proprie conoscenze, soprattutto in campo linguistico.

A fare due conti sui rimborsi, si deduce dalla delibera, è stato il consigliere Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), che ha inviato una nota agli uffici l’11 giugno. Una lettera che l’Ufficio di presidenza ha attentamente considerato. Per concludere che «appaiono piuttosto restrittive le limitazioni previste per la frequenza di corsi di formazione e di aggiornamento linguistico-culturale».

La legge regionale 6 del 21 settembre 2012, quella che riformò le indennità, prevede che, per l’esercizio del mandato, i consiglieri regionali abbiano diritto a 1450 euro al mese (oltre ai 9800 euro lordi base): 700 euro al mese a forfait e fino a 750 euro per spese documentate. Questo tetto massimo - è bene chiarirlo - non viene toccato. Ma chi vorrà andare all’estero, per frequentare un corso di inglese, avrà la vita più facile: potrà chiedere il rimborso anche per corsi anche più lunghi di una settimana, e avrà diritto a un contributo per la quota d’iscrizione non più del 20 ma del 30%. Visti i costi dei corsi per le lingue straniere, un aiuto che non guasta.

La categoria delle spese “ammissibili” comprende la partecipazione a incontri, sopralluoghi, visite, convegni, congressi o riunioni, ma anche attività di studio; corsi e approfondimenti linguistici, di formazione e aggiornamento. Per quest’ultima tipologia le regole ora diventano più estensive, dunque sarà più facile ottenere il rimborso. Non resta che vedere se i consiglieri ne approfitteranno per diventare più poliglotti.













Scuola & Ricerca

In primo piano