«I boschi? Se sono troppi sono pericolosi» 

L’associazione forestale ha riunito gli ex dirigenti provinciali ed è stata la prima uscita di Kaswalder



TRENTO. Nel novembre del 1966, durante l’alluvione che colpì pesantemente anche il Trentino, il lago di Stramentizzo era pieno di tronchi d’albero portati verso valle dalle acque turbolente dell’Avisio. L’allora dirigente regionale, Donato Nardin, oggi novantaduenne, pensò bene di far tirare una teleferica da un lato all’altro dello specchio d’acqua, recuperare il legname con un paio di barche e farlo scorrere verso riva portato dal cavo. Lo ha ricordato lui stesso ieri nel corso di un incontro tra ex dirigenti pubblici a palazzo Trentini organizzato dall’associazione forestale del Trentino e da Crea (il consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). «Piccolo mondo antico forestale. I protagonisti si raccontano» non è stata solo un serata di amarcord. È infatti intervenuto, ed era la sua prima “uscita” pubblica, anche Walter Kaswalder, neo presidente del consiglio provinciale. Il quale ha subito fatto cenno alla recente alluvione che ha causato gravi danni in provincia, compresi l’abbattimento di centinaia di migliaia di alberi. Ha comunicato che si sta ragionando sulla costituzione di una commissione ad hoc che prenda in mano la situazione per capire cosa si possa fare e che piano sia necessario attuare. Si è poi rivolto agli ex dirigenti e funzionari pubblici invitandoli «a darci una mano». Qualche riferimento al presente, alla situazione attuale, non è mancato. Ad esempio, Pietro Bolner ha affermato che «la troppa presenza del bosco è un pericolo. In Trentino, nel giro di cinquant’anni, la superficie boschiva è pressoché raddoppiata». Ad Elio Caola, che è stato anche presidente della Sat, è toccato il compito di criticare, lo aveva già fatto nelle scorse settimane, il progetto TransLagorai di riqualificazione dei percorsi e dei punti di tappa, dalla Panarotta al Rolle, della catena montuosa del Trentino orientale. In particolare ha detto nuovamente no alla trasformazione di malga Lagorai in ristorante e ha apprezzato che la Società degli alpinisti tridentini abbia fatto un passo indietro proponendo invece che sia realizzato un bivacco. Della costituzione dei parchi Adamello-Brenta e Paneveggio-Pale di San Martino ha invece parlato Marco Zorzi ricordando che la loro introduzione nel Piano urbanistico provinciale del ’67 avvenne quasi di soppiatto per non far indispettire le amministrazioni comunali che insistevano sulle aree interessate, gelose com’erano dei loro territori. Sui danni causati dall’alluvione dello scorso mese intervengono con una nota le associazioni di proprietari privati di boschi (associazione dei selvicoltori trentini, associazione Lagorai-Valsugana, associazione Lagorai-Paneveggio, associazione Belvedere) che chiedono un confronto con la Provincia. Nel documento si sottolinea che «l’elemento di maggiore criticità è il livello di grande incertezza sul valore del legname che sarà immesso sul mercato». (pa.pi.)













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