Guida in stato d'ebbrezza, il sindaco Andreatta patteggia

Per il primo cittadio un'ammenda di 500 euro, e 10 giorni di reclusione, commutati in 2500 euro. E per Nicola Ferrante condanna a 2800 euro: ricorrerà



TRENTO. Poche settimane dopo essere stato pizzicato al volante con un tasso alcolico superiore a quello consentito dal Codice della strada, aveva annunciato di volere percorrere la via del patteggiamento. Una richiesta, quella del sindaco Alessandro Andreatta - assistito dall'avvocato Antonio Divan - che gli ha garantito uno sconto di un terzo sulla "pena base" di 21 giorni di carcere e un'ammenda di 1200 euro.
E ieri, in tribunale a Trento, attraverso il suo legale, il primo cittadino di Trento patteggiato un'ammenda di 500 euro, e 10 giorni di reclusione, commutati in 2500 euro. In tutto, insomma, 3000 euro, cui vanno aggiunti i 500 già devoluti all'Associazione italiana familiari e vittime della strada.
Andreatta era stato fermato nella notte del 16 aprile scorso da una pattuglia del Radiomobile, all'incrocio tra via Piave e Corso 3 Novembre. Reduce da una cena politica durante la quale avrebbe bevuto tre bicchieri di vino e un caffè corretto, il sindaco aveva esibito i documenti e senza batter ciglio s'era sottoposto all'alcoltest.
Il risultato era stato positivo - 1.30 g/l di alcol rilevati nel suo sangue - e la patente gli era stata subito ritirata. La notizia era stata pochi giorni più tardi dal nostro giornale, raccontando di quanto accaduto ad Andreatta, ma anche del suo comportamento ineccepibile. La notizia, infatti, aveva avuto ampio risalto sulla stampa nazionale, ma il sindaco non aveva mai perso il suo aplomb. Ai tanti che l'avevano intervistato aveva detto d'essere sì molto dispiaciuto, ma anche convinto che le leggi vadano rispettate e per questo pronto ad accettarne le conseguenze.
Ma ieri, sul tavolo del gup Carlo Ancona non c'era solo il fasciolo della "guida in stato d'ebbrezza" di Andreatta. A sorpresa, infatti, ieri s'è discusso anche del caso di Nicola Ferrante, ex segretario della Cisl e attualmente coordinatore cittadino dell'Upt. Ferrante era incappato in un controllo dei carabinieri il 18 dicembre dello scorso anno mentre, in centro città, si trovava al volante della sua Mercedes 200. Ma fin dall'inizio della vicenda lo spirito dell'ex sindacalista non è stato affatto simile a quello del primo cittadino.
Ferrante, che nei due controlli di rito con l'alcoltest aveva fatto registrare 0,94 g/l e 0,87 g/l, ha sempre contestato la validità dell'accertamento. E lo ha fatto anche ieri, attraverso il suo legale che ha rifiutato il patteggiamento, scegliendo la via del rito abbreviato. E la condanna comminata da Ancona a Ferrante è stata di 8 giorni di reclusione, commutati in 2000 euro, e 800 euro di ammenda. Ma la vicenda sembra tutt'altro che conclusa dato che, convinto della nullità dei risultati compiuti quella sera sul suo alito, il coordinatore dell'Upt ha annunciato ricorso.

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