«Guerriglia» di piazza Dante, 14 condanne

Per gli scontri di luglio inflitte ieri pene tra i 6 mesi e l’anno e mezzo



TRENTO. E’ finita con un’ondata di condanne la storia iniziata in un pomeriggio di una domenica di luglio con il centro sconvolto da una vera e propria guerra per bande. Lo ricorderanno in molti. Nel luglio dell’anno scorso era salita la tensione tra gruppi di immigrati. Esuli dell’Africa subsahariana provenienti dalla Libia da una parte e giovani tunisini dall’altra. Da giorni c’erano stati episodi violenti con accoltellamenti, piccole risse e inseguimenti nelle zone di piazza Dante, piazza della Portela e Santa Maria Maggiore. Poi, domenica 22 luglio, c’è stata la resa dei conti. Almeno una cinquantina di esuli provenienti da paesi dell’Africa subsahariana si sono riuniti nella zona di piazza Dante per dare la caccia ai tunisini che li avevano aggrediti nei giorni precedenti. Gli esuli provenivano dalle case che erano state messe a disposizione dalla Provincia in tutto il Trentino. Infatti, già l’anno precedente c’erano stati disordini tra nordafricani ed esuli di colore. Alla base di questi scontri c’erano odi razziali, ma anche, come ha stabilito poi la squadra mobile di Trento, anche la volontà di controllare il piccolo spaccio a Trento.

Quella domenica pomeriggio si scatenò una vera e propria caccia all’uomo con gli esuli centroafricani che hanno inseguito un paio di tunisini da piazza Dante fin dentro una tabaccheria di via Verdi. Un altro tunisino tirò fuori addirittura una pistola, un ferrovecchio mezzo arrugginito ma ancora in grado di sparare. Gli esuli risposero con bastoni, cinture, coltelli e addirittura una catena di bicicletta. Le forze dell’ordine faticarono non poco a riunire gli esuli davanti al Teatro sociale e poi li portarono via. Solo che mentre fronteggiavano gli esuli centroafricani, i tunisini aggredirono un poveretto liberiano che stava aspettando l’autobus in piazza Dante. Lo presero a bottigliate e a coltellate lasciandolo a terra. Dopo quella giornata campale vennero arrestati 22 centroafricani, due tunisini e poi, nei giorni successivi altri nordafricani. Il tunisino con la pistola venne condannato a un anno e due mesi. Otto esuli centroafricani patteggiarono una pena di sei mesi ed uscirono di prigione. Altri 14, difesi dagli avvocati Elena Biaggioni, Nicola Canestrini e Matteo Benvegnù , si sono rifiutati di patteggiare perché si ritenevano innocenti. Ieri sono comparsi davanti al giudice Di Donato per l’ultima udienza. Solo due erano ancora in carcere. Nove sono stati condannati a 9 mesi per resistenza a pubblico ufficiale e rissa, quattro a sei mesi per la sola resistenza e uno a un anno e sei mesi perché aveva precedenti. Solo quest’ultimo resterà in prigione.

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