Guerra del vino fra Trento e Bolzano Gli altoatesini: "Da voi bassa qualità"

E' guerra del vino tra il Trentino e l'Alto Adige. A scatenarla il vicepresidente dei vignaioli sudtirolesi Peter Dipoli che ieri all'Enoteca Grado 12 ha partecipato alla presentazione della manifestazione Vinea Tirolensis che si apre lunedì a Castel Mareccio



TRENTO. E' guerra del vino tra il Trentino e l'Alto Adige. A scatenarla il vicepresidente dei vignaioli sudtirolesi Peter Dipoli che ieri all'Enoteca Grado 12 ha partecipato alla presentazione della manifestazione Vinea Tirolensis che si apre lunedì a Castel Mareccio. Dipoli non è stato tenero con il mondo del vino trentino: «Noi da oltre 20 anni abbiamo puntato sulla qualità. L'opposto di quello che hanno fatto le cantine sociali trentine che hanno puntato sulle grandi masse».
Per Dipoli il Trentino ha commesso molti errori: «Sono state commerciate enormi quantità di vini non autoctoni, distribuendo una parte degli introiti ai soci drogando così il prezzo del vino». Dipoli, invece, spiega che l'Alto Adige è andato nella direzione opposta: «Abbiamo puntato sull'alta qualità vendendo, peraltro, ottimi vini a 13 o 14 euro. In Trentino non hanno saputo fare una scelta come la nostra e ora si vergognano a vendere un prodotto con il nome Trentino in etichetta. Questo perché il nome ha perso credibilità». Dipoli dice di essere preoccupato per i viticoltori trentini che adesso subiscono le conseguenze di queste scelte». Ne ha anche per i vignaioli: «Una ventina di loro sono molto bravi, ma la maggiorparte, pur producendo un ottimo vino non sa vendere perché oggi si vende non solo vino, ma anche un territorio».
Immediata arriva la risposta del presidente dei vignaioli trentini Nicola Balter: «I nostri colleghi altoatesini hanno potuto fare quello che hanno fatto perché non hanno le grandi cantine. Lì da loro non ci sono strutture come la Cavit o Mezzacorona. E' vero che il Trentino è riconosciuto per le grandi cantine. Purtroppo questa situazione andrà avanti finché la Cooperazione avrà una posizione di favore. Noi vignaioli non siamo stati ascoltati in passato. Ora sta cambiando la situazione e ci ascoltano. Adesso il mondo del vino sta pagando i disastri della Cooperazione».
L'assessore all'agricoltura Tiziano Mellarini risponde a Dipoli con pacatezza, ma fermamente: «Mi sembra un attacco di cattivo gusto. Io non mi permetterei mai di dare un giudizio sull'Alto Adige. Ho molto rispetto delle loro scelte. Detto questo, noi da quando ci sono io puntiamo in maniera decisa sulla qualità. Abbiamo anche attenzione per i vignaioli. Adesso abbiamo la Trento doc che è una punta di diamante per lo spumante e poi cerchiamo di valorizzare i vitigni autoctoni. Però dobbiamo calcolare anche realtà come Cavit e Mezzacorona che hanno dato una grande remunerazione ai soci».

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