«Guardie mediche da ripristinare» 

Paoli (Cisl), plaude al presidente Fugatti che annuncia un’istruttoria 



TRENTO. Era uno dei punti del programma elettorale la reintroduzione delle guardie mediche. Ed ora Maurizio Fugatti, eletto presidente della Provincia, promette che aprirà un’istruttoria per capire se si può tornare indietro e reintrodurre le sedi nelle valli. Alla notizia, risponde con soddisfazione Nicola Paoli, segretario generale Cisl medici del Trentino.

«Questo dimostra concretamente - esordisce nella nota Paoli - quell’attenzione e sensibilità nei confronti dei medici e dei sindaci nei confronti della popolazione che abita nelle periferie e nelle valli orograficamente difficili da raggiungere del nostro Trentino». Paoli definisce inoltre che il dimezzamento delle sedi di guardia medica preesistenti alla delibera di giunta dell’8 agosto 2016 «senza valido motivo» e nonostante ciò i medici «mantengono il senso di attaccamento al nostro sistema sanitario provinciale e nazionale, perché ne condividono i valori di equità, solidarietà, universalità che ne impediscono a tutt’oggi lo smantellamento». Il segretario della Cisl ricorda «che la nostra Provincia, fino al 2016, era quella con il rapporto medici per interventi domiciliari ed ambulatoriali delle guardie mediche maggiore di tutte le altre Regioni d’Italia, solo per segnalare la sensibilità del nostro personale operante allora». E aggiunge una proposta: «Con un maggiore numero di punti di primo intervento nelle valli periferiche ed a disposizione dei cittadini nei Comuni più lontani dal centro, tale disponibilità non sarebbe mai mancata. Segnaliamo, però, che il contratto delle guardie mediche territoriali, prevede sia la possibilità di inserire medici dell’emergenza sanitaria territoriale convenzionati in osservanza della programmazione provinciale esistente, in numero concordato con il sindacato della medicina generale; sia inserire medici di continuità assistenziale in rapporto ottimale di 1 per 5000 abitanti residenti, con una riduzione, concordata con il sindacato, fino al 30% (art.64, comma 3), solamente attraverso la discussione in Comitato provinciale ex articolo24 della medicina generale. Il numero di entrambe le figure mediche, attualmente depauperato per volere delle giunte precedenti, sarebbe e sarebbe stato sufficiente per coprire con capillarità e qualità tutto il nostro complicato territorio orografico, filtrando in modo egregio gli invii ai Pronto soccorsi, oggi oberati di lavoro».













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