Grisenti: «Ora serve la Valdastico, Metroland è come Gardaland»

L'ex assessore affossa il progetto di metropolitana provinciale: non vorrei fosse solo un parco dei sogni


Jacopo Tomasi


TRENTO. Metroland? «Non vorrei fosse come Gardaland, un parco per i sogni». La Valdastico? «E' l'unica alternativa per collegarci col Nord Est del Paese, territorio con cui il Trentino ha l'80% dei suoi legami commerciali. E' meno impattante rispetto all'allargamento della Valsugana. Inoltre, potrebbe risolvere il congestionamento dell'A22». Parola di Silvano Grisenti. L'ex assessore ai lavori pubblici nonché ex presidente dell'A22, è tornato a fare il "Caterpillar". All'incontro organizzato ieri dall'associazione Nuovevie ha tirato dritto come un bulldozer senza lesinare critiche ad una «politica senza progetti» che «non può dire "basta strade, facciamo solo ferrovie" perché ci sono ancora progetti da finire in Vallagarina e nell'Alto Garda». E ancora: «I politici devono essere ragionevoli e concreti, non fissarsi su fantasie». Tutto questo davanti all'assessore ai trasporti Alberto Pacher, convinto sostenitore del progetto Metroland e di uno sviluppo sostenibile che viaggi su rotaia. Pacher, a modo suo, ha replicato colpo su colpo, con toni pacati. Ha ribadito l'importanza delle infrastrutture ferroviarie e un fermo "no" alla Valdastico per «guardare ad un modello più sostenibile per il futuro del Trentino». L'assessore, però, non ha dovuto parare soltanto i colpi di un Grisenti che, tra il resto, si è goduto una buona dose di applausi di una sala dell'Aerhotel gremita ed è sembrato scaldare i motori in vista di una prossima discesa in campo. A criticare Metroland sono stati anche la presidente di Confindustria, Ilaria Vescovi, e Vanni Ceola. La Vescovi ha detto chiaramente che «con i sogni non si aumenta il Pil». Ha chiesto altre infrastrutture, come la Valdastico, «perché la rotaia è meno competitiva della gomma. Se non possono lavorare - ha sottolineato - le aziende saranno costrette ad andare altrove». Un po' come Marchionne, la Fiat e gli Stati Uniti. Ceola, dal canto suo, ha elogiato «l'idea geniale di Metroland», ma poi non è stato morbido nel giudizio. «In 4 anni non sappiamo nulla del progetto, solo quattro linee colorate sulla cartina del Trentino. Troppo poco. Se si vuole costruire una rete ferroviaria con tante gallerie e poche fermate - ha continuato - la spesa non ha alcun senso. Non servirebbe a niente. Servono percorsi panoramici e fermate in molti paesi. Solo così Metroland può avere un significato. Il Trentino ha bisogno di una rete ferroviaria capillare, ma deve essere fatta seguendo un progetto chiaro e sensato che ora non c'è». L'assessore Pacher ha assicurato che ogni progetto sarà condiviso «a partire da un incontro con le Comunità di Valle previsto per questa primavera» nel quale si discuterà di Metroland e i tragitti nelle valli trentine.

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