Governo, Lega e Pdl trentini aprono all'Udc

I parlamentari trentini del centrodestra confidano in un allargamento della maggioranza



TRENTO. Il più caustico è Sergio Divina: «Pensavo che Antonio Di Pietro avesse dei grossi problemi con la grammatica, ma dopo aver sentito le dichiarazioni post-voto, mi pare che i più grossi problemi li abbia con la matematica». Il senatore trentino della Lega Nord si riferiva alle dichiarazioni del leader dell’Idv appena dopo il voto sulla fiducia alla Camera.

«Strano - ha proseguito Divina - anche il suo giudizio che venduti e comprati li concepisca solo unilateralmente. E’ lecito passare dal centrodestra al centrosinistra, è scandaloso il contrario. Ma questa è un’altra cosa - conclude il senatore - e Di Pietro ce la spiegherà nella prossima occasione».

L’altro senatore trentino, Giacomo Santini, ha avuto parole pesanti per il presidente della Camera: «Se Fini ha un rigurgito di dignità ora dovrebbe dimettersi. Il governo va avanti e non ci sarà un ribaltone, nè il voto anticipato. Credo che il presidente del consiglio adesso creerà una maggioranza più robusta, la allargherà a Pier Ferdinando Casini. Se il leader dell’Udc non ha perso del tutto la testa accetterà la mano tesa e si faranno le riforme».

Il senatore del Pdl ha aggiunto: «Certo non abbiamo risolto tutti i problemi, ma abbiamo dato uno schiaffo a tutti coloro che avevano come unico obiettivo di mandare in minoranza il governo per mandare via Berlusconi».

Per Santini «questo è il fallimento della manovra di Fini. Il fatto che due dei suoi l’abbiano tradito platealmente è la dimostrazione che ha messo su un carrozzone inaffidabile e inconcludente. Il risultato del voto è stato ben oltre le più rosse previsioni. Alla Camera il vantaggio è stato di ben tre voti, con due astenuti. Al Senato abbiamo un margine netto di 15 voti, togliendo anche gli astenuti come contrari. Perchè si sa che qui l’astensione equivale a un voto contrario, una vigliaccata senza avere il coraggio di votare contro. Molto coerenti invece i senatori della Svp, che non hanno partecipato al voto, abbassando il quorum».

«Il voto alla Camera testimonia che l’unica maggioranza è quella formata da Lega e Pdl. Non esiste quindi la possibilità di governi tecnici e istituzionali, non hanno i numeri in parlamento». Lo dice il deputato trentino e capogruppo della Lega Nord in Commissione finanze della Camera Maurizio Fugatti: «Ora Berlusconi deve provare ad ampliare la propria maggioranza alla Camera senza snaturarne i programmi e i valori. In caso contrario, nostro malgrado, a causa del tradimento del mandato popolare da parte di Fli, non resta che tornare alle urne»













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