Gli speed-check approdano in città

Due le colonnine installate a Martignano e Gardolo. La vicecomandante dei vigili Maniero: «Partito il monitoraggio»


TRENTO


TRENTO. Anche Trento punta sugli speed-check come strumento per scoraggiare gli automobilisti dal piede pesante. Sono due le colonnine posizionate sul territorio comunale, una da luglio in via Pradiscola, a Martignano, strada dove c'è il limite dei 90, l'altra installata pochi giorni fa in via Masadori, a Spini di Gardolo, dove c'è il limite dei 50. «Per il momento in via Pradiscola viene monitorato l'andamento del traffico», informa la vicecomandante dei vigili Maria Luisa Maniero. «Non è ancora stata installata la macchina all’interno». Le rilevazioni permetteranno di registrare il numero dei passaggi e la velocità media. In base alle risultanze si deciderà la strategia di intervento con i macchinari in dotazione alla polizia municipale.

Per l'accertamento con la strumentazione, accanto alla colonna deve esserci una pattuglia di vigili. Come nel caso degli autovelox, va anche collocata la cartellonistica che avvisa in anticipo gli automobilisti dei controlli in corso.

Molti si chiedono se l’apparecchio sia sempre in funzione. La risposta è no, anche se è presente una spia luminosa lampeggiante che può far pensare al contrario. I motivi sono due: il box non è strutturato per installazioni definitive e inoltre la legge non le consente, prevedendo la presenza di dispositivi fissi solo in casi particolari, espressamente indicati dal Commissariato del governo. L’effetto dissuasivo però è garantito, sia perché nessuno può sapere con certezza se vi siano vigili nelle immediate vicinanze, sia perché non è noto se la strada in questione abbia le caratteristiche che consentono un impiego senza presenza di personale.

Il costo delle colonnine è di circa 1.500 euro: oltre alla struttura, acquistata da ditte specializzate, servono lavori di installazione e la realizzazione del basamento.

L’ingegner Giorgio Bailoni, dirigente del servizio gestione strade, spiega di non avere disposizioni per ulteriori installazioni a breve. Sulla conformazione interna della colonnina, afferma: «Sono vuote e spetta ai vigili decidere quando inserire l'apparecchio di controllo della velocità. Hanno una spia luminosa collegata a una batteria. É probabile che questo abbia un effetto psicologico sugli automobilisti in transito».

Entrambi gli speed-check sono arrivati a seguito di ordini del giorno del consiglio. «Sono stati voluti dai residenti nelle zone interessate», afferma l’assessore ai lavori pubblici del Comune, Italo Gilmozzi. «C’era una richiesta di sicurezza da mettere in atto attraverso la riduzione della velocità. Non sono quindi un sistema per fare cassa». Ora parte la fase sperimentale: «Vedremo come andrà il monitoraggio in corso e poi decideremo il da farsi. In Veneto ce ne sono moltissimi, sotto Bassano, all’ingresso e all’uscita dal paese. Sicuramente hanno l’effetto di scoraggiare chi non rispetta i limiti».

Nelle scorse settimane si è molto parlato dei sette speed check, collocati a Pergine da un anno, che ora vengono dotati a rotazione della speciale apparecchiatura telelaser che fotograferà eventuali infrazioni ai limiti di velocità. I primi automobilisti sono stati multati nei giorni scorsi e l’effetto deterrente sembra essere efficace.

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